Il tentativo di saccheggiare un supermercato a Palermo ha messo in luce per la prima volta, dall’avvio del lockdown in Italia, il problema del disagio sociale, ma anche delle reazioni violente che potrebbero essere innescate dalle misure di limitazione delle attività e degli spostamenti.
Il campanello d’allarme è stato il tentato assalto a un supermercato di Palermo da parte di un gruppo di cittadini, che hanno cercato di passare le casse con i carrelli pieni senza pagare. La reazione immediata è stata quella di far presidiare i centri commerciali della regione dalle forze dell’ordine, ma l’azione ha messo in luce un fenomeno reale, la crescita del disagio e della rabbia in particolare al sud, dove sono moltissimi in “non garantiti”. A Palermo ad esempio, secondo uno studio della Cgil, un lavoratore su tre è in nero, quasi 3 milioni e 300mila persone lavorano senza contratto, nove milioni d’individui vivono in povertà relativa, cinque milioni in povertà assoluta.
In Italia ci sono fasce di popolazione che vivono di lavoro nero o espedienti, come i parcheggiatori abusivi, i venditori di tabacchi di contrabbando, e altre attività non registrate, in particolare al sud: persone che da tre settimane non hanno alcuna entrata, non possono per evidenti motivi ricorrere agli memorizzatori sociali e reagiscono nell’illegalità.
Il disagio fra l’altro sembra aver contagiato anche le carceri italiane, in cui si sono verificate rivolte che hanno anche provocato delle vittime.
La rabbia sta viaggiando anche sulla rete, dove si trovano spesso video e registrazioni audio di cittadini che minacciano azioni violente di vario tipo. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha rivolto un appello alla cittadinanza, ma ha anche parlato di “gruppi organizzati, di sciacalli e professionisti del disagio, che promuovono azioni violente e che nei social network trovano una facile vetrina”, collegati alla criminalità organizzata.
I messaggi giungono però anche a movimenti politici extraparlamentari, come gruppi antagonisti, o frange organizzate, che puntano a far diventare il disagio un movimento di protesta reale.
Proprio per questo, accanto al controllo del territorio, il governo sta cercando di dare una risposta a un disagio che, al di là delle motivazioni storiche, al momento è reale: per le forze dell’ordine c’è infatti un rischio concreto di comportamenti o disordini, da qui la decisione di finanziare, attraverso i Comuni, la solidarietà alimentare, con provvedimenti di pronto intervento. Si tratta di una prima risposta che però è già stata ritenuta troppo limitata dalle opposizioni, ma anche dallo stesso Sindaco di Palermo Orlando.
Alessandro Martegani