Ci sono voluti quasi tre mesi, ma gradatamente l’Italia sta tornando alla normalità. Dalla mezzanotte è caduta anche l’ultima limitazione agli spostamenti all’interno del paese, quella fra le regioni, un provvedimento che fra l’altro manda definitivamente in pensione le autocertificazioni, ancora necessarie fino a ieri per muoversi al di fuori dei confini della propria regione.
Liberi di venire in Italia senza obbligo di quarantena e senza altre restrizioni anche tutti i cittadini dell’area di Schengen e del Regno Unito. Un “liberi tutti”, anche se dal governo e dalle autorità sanitarie giungono inviti e appelli alla prudenza: i dati dicono che l’epidemia è sotto controllo ma è ancora presente nel paese, in particolare in alcune regioni. Rimangono vietati gli assembramenti, rimane l’obbligo di mantenere la distanza interpersonale e dell’uso della mascherina nei luoghi chiusi.
“Da un lato c'è la felicità nel vedere che le nostre città si stanno ripopolando – ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia -, ma dall'altro c'è il senso di responsabilità che noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo avere e chiedere”. I costi pagati finora al virus “sono stati altissimi”, ha aggiunto, e non ci si possono permettere errori.
In occasione del ripristino della mobilità fra le regioni anche il premier Giuseppe Conte ha incontrato la stampa per fare il punto sulla ripresa del Paese.
Questa crisi, ha detto il premier, “deve essere un'occasione per superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese”. Conte ha sottolineato il “rinnovato entusiasmo” presente in Italia, ma “è bene sempre ricordare – ha aggiunto - che se siamo tra i primi Paesi europei che può permettersi di riavviare le attività è perché abbiamo accettato tutti insieme di compiere dei sacrifici”.
Abbandonare precauzioni come l'uso delle mascherine e il distanziamento sociale, ha aggiunto, sarebbe “una grave leggerezza”.
La possibilità di spostarsi fra regioni ha consigliato anche nuove precauzioni, come la misurazione della temperatura nelle stazioni. La regione Sardegna, criticata nei giorni scorsi per la proposta del “Passaporto Sanitario”, ha deciso di prevedere la registrazione obbligatoria di tutti coloro che arrivano sull’Isola.
La possibilità di muoversi fra regioni del resto è stata immediatamente sfruttata dagli italiani: sulle autostrade è già aumentato il traffico, e lunghissime file di auto si sono formate a Messina in attesa d’imbarcarsi verso il continente; situazione analoga anche in Calabria.
In Friuli Venezia Giulia intanto si attende la nuova ordinanza della giunta regionale che dovrebbe, come già avvenuto in Veneto, far cadere l’obbligo d’indossare le mascherine in qualsiasi luogo esterno alla propria abitazione, limitandone l’uso ai luoghi aperti al pubblico e a quelli affollati.
Alessandro Martegani