Più di trecento eventi meteo estremi, con un aumento costante negli ultimi dieci anni. Il 2024 è stato un anno di drammatiche e a volte anche tragiche conferme degli effetti dei cambiamenti climatici anche in Italia.
L’anno appena concluso ha confermato la crescita del numero degli eventi climatici estremi sulla penisola, oltre sei volte più frequenti rispetto al 2015, quando ne furono registrati 60, arrivati a 351.
Si tratta di una tendenza in crescita costante negli ultimi dieci anni: in particolare il 2024 ha visto un aumento dei danni da siccità prolungata, salita del 50 per cento rispetto al 2023, e di esondazioni fluviali e allagamenti dovuti alle piogge intense. I dati sono riportati nel bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima, di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol. Il rapporto segnala 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, e poi danni alle infrastrutture, mareggiate, e temperature record.
L’area più colpita è quella del Nord Italia con 198 eventi meteo estremi, seguita dal Sud con 92, e dal Centro con 61. La regione più martoriata è stata l’Emilia-Romagna con 52 eventi, seguita da Lombardia, Sicilia, Veneto e Piemonte.
Gli effetti del riscaldamento globale sono evidenti anche sulle montagne, con l’arretramento dei ghiacciai e impatti su ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di nove anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri.
Legambiente segnala anche che, al momento, non sono stati messi in campo piani di prevenzione che permetterebbero, fra l’altro, di risparmiare risorse spese per riparare i danni post emergenza.
Alessandro Martegani