“Una luce in fondo al tunnel”: per la prima volta l’assessore alla sanità della Lombardia Giulio Gallera ha usato toni distesi nel commentare i dati riguardo contagi nella regione più colpita dall’epidemia.
I positivi sono più di 28 mila, ma solo 1500 i nuovi casi, con un calo dell’incremento per due giorni consecutivi: erano stati 1.691 ieri e 3.200 domenica. Addirittura in flessione i ricoverati a 9.266, con 173 persone in meno: un risultato che, se confermato nei prossini giorni, potrebbe dare respiro al sistema sanitario della regione. “Oggi - ha detto Gallera - si conferma il trend in calo, e possiamo dire che è il primo giorno positivo”.
Una tendenza confortata anche dai dati nazionali: il Commissario per l'emergenza Angelo Borrelli ha confermato che nelle ultime 24 ore sono stati 3780 i positivi in più, con un calo rispetto ai 4 mila delle 24 ore precedenti, portando il totale dei malati a 50.418. Ci sono però anche 408 guariti in più, 7.423 in totale. Sempre pesante, anche se in calo, il numero dei decessi, 602 contro i 651 di domenica.
Nel paese fra l’altro si devono ancora dispiegare gli effetti delle nuove chiusure e limitazioni decise dal governo nel fine settimana, effetti che si riveleranno solo a inizio aprile.
Proprio per garantire la riuscita delle misure si stanno moltiplicando i controlli: il governo sta anche pensando d’inasprire le sanzioni per i comportamenti irregolari, con multe che potrebbero arrivare a 2000 euro, e di utilizzare i droni per controllare gli spostamenti dei cittadini.
Le forze di polizia hanno controllato quasi 160 mila persone nelle ultime 24 ore e più di 10 mila sono state denunciate.
La decisione di chiudere tutte le attività ritenute non essenziali ha però aperto un fronte di scontro con i sindacati, che accusano il governo di aver ceduto alle richiedeste degli imprenditori, e aver consentito il proseguo delle attività a una serie di produzioni molto più ampia di quella concordata con le organizzazioni, mettendo a rischio la salute dei lavoratori e la lotta all’epidemia. Dall’altra parte però ci sono le preoccupazioni degli imprenditori, che temono non solo una perdita di produzione nell’immediato, ma anche conseguenze a lungo termine.

Alessandro Martegani

 Foto: Reuters
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