Foto: Reuters
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Migranti, centri in Albania, lotta ai trafficanti, sicurezza dei confini; questi i temi trattati dalla presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, in un videomessaggio al Border Security Summit, organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer, a cui partecipano 40 Paesi e organizzazioni, per affrontare le questioni relative all'immigrazione.

"Ringrazio il Primo Ministro Starmer, l'amico Keir, per l'invito a questo importante Summit dedicato alla sicurezza dei confini. È una priorità che l'Italia e il Regno Unito condividono e che rappresenta un punto fondamentale della cooperazione bilaterale tra le nostre Nazioni, perché siamo entrambi convinti che dalla sicurezza dipenda la nostra libertà, la prosperità e il benessere dei nostri popoli", afferma Meloni.

Nel proprio intervento la premier italiana precisa: "Combattere l'immigrazione illegale significa, anche, favorire quella legale, e riaffermare il principio che spetta ad ogni Nazione, e non ai trafficanti, decidere chi deve entrare e chi no sul proprio territorio".

"Con Keir - sottolinea ancora Meloni - siamo inoltre d'accordo che non bisogna aver paura di immaginare e costruire soluzioni innovative, come quella avviata dall'Italia con l'Albania. Modello criticato all'inizio ma che ha poi raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l'Unione Europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato".

Inoltre, prosegue la presidente del Consiglio, stiamo lavorando con il Regno Unito "anche per affrontare le cause profonde della migrazione e garantire così il diritto a non dover migrare. Ciò vuol dire costruire un modello di cooperazione con le Nazioni di origine e transito dei flussi migratori, affinché possano prosperare con le risorse che possiedono", conclude Meloni.

Intanto, Markus Lammert, uno dei portavoce della Commissione europea, a proposito del decreto-legge sui centri per migranti in Albania varato venerdì scorso, ha spiegato: "Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni nei centri" gestiti dall'Italia in Albania "si applicherà il diritto italiano, come è stato in precedenza. Tuttavia, in linea di principio, questo è legale in base al diritto Ue. Stiamo parlando di un'iniziativa basata sulla legge nazionale. E questo è diverso dall'applicazione del concetto di hub di rimpatrio", precisa infine Lammert.

Davide Fifaco