Ultimi appelli, ultime speranze, e poi solo l’attesa per il giorno della verità. Tutte le forze politiche hanno organizzato in serata manifestazioni di chiusura in vista del voto di domenica, che in ogni caso segnerà un punto di svolta per la storia recente del paese.
Dopo la manifestazione unitaria del centro destra a piazza del Popolo di ieri sera, i leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno organizzato iniziative autonome. Giorgia Meloni ha chiuso la campagna a Napoli, ma più che sul programma del suo partito ha dovuto concentrarsi da una parte sulle parole di Ursula Von Der Leyen (che aveva ipotizzato l’uso di strumenti a difesa dei trattati se le cose in Italia “andassero verso una situazione difficile”, scatenando la reazione della Lega contro le istituzioni europee), dall’altra le reazioni alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Putin, anche se il Cavaliere si era giustificato dicendo di esser “stato frainteso”.
La leader di Fratelli d’Italia, pur auspicando maggiore prudenza nelle dichiarazioni da parte della Presidente della Commissione, ha cercato di smorzare i toni, dimostrando di temere le intemperanze degli alleati più che gli attacchi dei diretti avversari.
E l’avversario principale del centro destra, il Pd di Enrico Letta, ha chiuso la campagna in piazza del Popolo. “Abbiamo fatto la scelta - ha detto Enrico Letta - di difendere la Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e dall'antifascismo, non permetteremo – ha aggiunto riferendosi a Giorgia Meloni e alla Lega - che quella Costituzione venga stravolta dalla destra". Letta ha anche attaccato Berlusconi, accusandolo di aver pronunciato “parole scandalose e gravissime su Putin”.
Chiusura a Roma, al Gianicolo, anche per Azione e Italia Viva: Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno riunito i sostenitori del polo centrista dicendosi fiduciosi su un buon risultato, e ribadendo la volontà di provare a tenere a Palazzo Chigi Mario Draghi. “Non ci sono alternative – ha detto Calenda -: l’unico voto utile è quello per il Terzo polo, per andare avanti con il metodo Draghi, con l’agenda Draghi e con Draghi”.
E nella capitale ha concluso la campagna anche Giuseppe Conte: il leader dei 5 Stelle ha riunito i militanti a piazza Santi a Apostoli. L’ex premier si è detto fiducioso su un risultato al di sopra delle attese per il Movimento 5 stelle, ribadendo alcuni cavalli di battaglia, come la detassazione dei redditi più bassi, il reddito di cittadinanza, il taglio agli sprechi.
Ultime battute di una campagna elettorale che è stata tutto sommato vissuta un po’ in sordina nel paese, tanto da far temere una nuova ondata di astensionismo, nonostante l’importanza delle scelte in ballo.
Alessandro Martegani
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