Nell'anno scolastico 2019-2020 gli studenti italiani hanno passato oltre due mesi davanti al pc per le lezioni online, perdendo circa 75 giorni di scuola in presenza, 400 ore di lezione che sono state sostituite dalla didattica a distanza e non sempre in maniera ottimale. Per il 2020-2021 difficile per ore preparare una stima dei giorni persi, perché le scuole hanno dovuto adeguarsi in modo diverso alle fasi dell'emergenza sanitaria da regione in regione.
Secondo l'indagine Ipsos realizzata per Save the Children però, gli studenti giudicano in maniera negativa le lezioni a distanza: quasi uno studente su due (il 46%) è convinto di aver "sprecato" un anno, uno su tre, invece, crede che la propria preparazione sia peggiorata ed in 34 mila rischiano di abbandonare la scuola.
Il pensiero di aver buttato via un anno della propria vita provoca stanchezza, incertezza, preoccupazione, irritabilità, ansia ma anche disorientamento, nervosismo, apatia e scoraggiamento. È una commistione di sensazioni ed emozioni negative quella emersa nel corso della pandemia di Coronavirus tra le studentesse e gli studenti delle scuole superiori italiane. Già, perché nel mezzo del loro sviluppo cognitivo-comportamentale e sociale tra la fase adolescenziale e quella di giovani adulti, la pandemia ha influenzato non solo l'umore, ma anche i comportamenti degli studenti italiani tra i 14 e i 18 anni. Dall'analisi emerge che il 28% degli studenti durante il primo lockdown primaverile, durante la prima ondata, ha visto almeno un proprio compagno o compagna di classe abbandonare completamente le lezioni; mentre un 7% segnala invece di averne persi almeno 3. Tra le principali cause d'assenza e di abbandono la difficoltà di connessione per la didattica a distanza e la mancanza di concentrazione. Più di 1 studente su 3 ritiene che la didattica a distanza abbia peggiorato la propria preparazione scolastica, e 4 su 10 ritengono di aver avuto ripercussioni negative sulla capacità di studiare. Più in generale, il 38% degli studenti ha bocciato, in toto, la Dad.
Infine, anche per la Commissione europea, la chiusura delle scuole e la didattica a distanza provoca una diminuzione della qualità e della quantità dell'apprendimento, meno motivazione e concentrazione, ed un aumento delle diseguaglianze.
Davide Fifaco