Nessuna sorpresa o posizioni inattese nella prima giornata di consultazioni al Quirinale.
Al Colle sono salite quasi tutte le delegazioni dei gruppi parlamentari, con l’unica eccezione del centro destra, a cui è stata riservata la seconda giornata, ma i colloqui con il Presidente Sergio Mattarella, che ha deciso di non attendere oltre per far nascere il nuovo governo, sono stati aperti dagli incontri con il Presidente del Senato e seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, e con il Presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Nel corso della mattina poi Mattarella ha ricevuto il gruppo parlamentare delle Autonomie e Misto del Senato e ha sentito al telefono il Presidente emerito Giorgio Napolitano (che non può recarsi al Quirinale per problemi di salute). Nel pomeriggio è stata la volta del gruppo Misto della Camera, della componente Verdi-Sinistra, dei gruppi di Azione-Italia Viva, del Movimento Cinque Stelle e infine del gruppo del Pd.
Le consultazioni saranno chiuse dall’incontro con i gruppi del centrodestra, che salirà al Colle unito in un’unica delegazione, che comprende Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Moderati, e il Movimento degli italiani all'estero. Ne faranno parte Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, oltre ai capigruppo di Camera e Senato di tutte le formazioni. I
gruppi di opposizione, pur annunciando un voto contrario a un governo di centro destra, hanno concordato sulla necessità di rispettare l’esito delle elezioni e attribuire l’incarico a Giorgia Meloni, anche se i rappresentanti delle minoranze linguistiche hanno chiesto al Presidente garanzie sul mantenimento delle tutele e della specialità delle regioni in cui risiedono comunità linguistiche. Il gruppo Verdi e Sinistra italiana ha manifestato preoccupazione per una deriva di destra nel paese, mentre Carlo Calenda di Azione ha chiesto un chiarimento definitivo sulla linea di politica estera del centro destra dopo le dichiarazioni sulla Russia e Putin di Silvio Berlusconi e di Lorenzo Fontana.
Giuseppe Conte, che guidava la delegazione dei 5 Stelle, al termine del colloquio ha escluso di poter formare per ora un fronte unitario di opposizione. "Un'opposizione unitaria non è nell'ordine delle cose - ha detto -: il Pd ha avviato una fase congressuale, faranno il loro percorso. Su molti passaggi potremo trovarci insieme ma non è il tempo di una cabina di regia coordinata e permanente".
"Saremo un'opposizione ferma e rigorosa", ha invece commentato il segretario del Pd Enrico Letta, che guidava la delegazione che he chiuso i colloqui della giornata, sottolineanado come il nuovo governo dovrà sposare senza anbiguità la linea europeista e atlantica, condannando "l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia". "Le parole di Berlusconi su Putin - ha aggiunto il segretario del Pd - sono gravissime, ma lo sono di più e preoccupano anche gli applausi dei suoi parlamentari". Letta ha anche auspicato l'unità di azione delle forze di opposizione in futuro.
Pochi dubbi, dunque, sull’attribuzione dell’incarico di formare un nuovo governo, che, visto il risultato delle elezioni, sarà affidato alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che potrebbe accettare direttamente l’incarico senza riserva poche ore dopo la fine delle consultazioni, per far giurare il governo domenica e presentarsi alle Camere martedì.
Proprio Giorgia Meloni intanto sta ultimando la lista dei ministri, nonostante le fibrillazioni che, anche nelle ultime ore, stanno attraversando il centro destra, in particolare a causa delle esternazioni di Silvio Berlusconi, che aveva nuovamente difeso la posizione di Vladimir Putin. Il leader di Forza Italia ha poi cercato di smussare le polemiche assicurando in un messaggio "piena e totale adesione ai valori europeisti e atlantisti", dopo che le istituzioni europee avevano espresso dubbi sull’opportunità della nomina di Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, al ministero degli esteri.
La tensione nel centro destra e in particolare fra Meloni e Berlusconi, è però palpabile, e potrebbe incidere sulla scelta dei ministri e poi sull’attività di governo.
Alessandro Martegani