I pareri favorevoli ottenuti da Draghi da parte di Berlusconi, Zingaretti, Salvini e Grillo hanno chiuso il secondo giro di consultazioni del presidente incaricato.
In particolare, Grillo a poche ore dal voto sulla piattaforma Rousseau è intervenuto in un video per invitare gli iscritti del Movimento 5 Stelle a rinviare il giudizio sul nuovo esecutivo, aspettando che Draghi parli in pubblico. Il fondatore del Movimento ha dichiarato: "Vi chiedo un po' di pazienza, aspettiamo un attimo", dice l'ex comico, che aggiunge: "Mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino".
Già al termine del colloquio tra Draghi e la delegazione dei Cinquestelle, il capo politico Vito Crimi aveva dichiarato: "La cosa a cui tenevamo di più è che l'azione di governo avesse come pilastro la transizione energetica e ambientale. Abbiamo insistito sull'idea di un super-ministero che coordini tutti gli investimenti indirizzati in politiche che mettano l'ambiente come filtro dell'attività. Adesso affronteremo le prossime ore verificando tutto l'aspetto complessivo, quindi anche il tipo di configurazione di governo che intende adottare il professor Draghi e faremo parlare i nostri iscritti. Contiamo nell'intelligenza collettiva per fare la scelta giusta negli interessi del Paese", ha concluso Crimi.
Continua a sorprendere Matteo Salvini; il leader della Lega conferma la piena apertura, anche sul fisco. La Lega svolta inoltre anche al Parlamento europeo, con il sì al Recovery fund.
Molto amichevole l'incontro tra l'ex presidente della Bce ed il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi; quest'ultimo, al termine del colloquio ha dichiarato: "Ho confermato al presidente incaricato il sostegno di Forza Italia con la sollecitazione di fare scelte di grande profilo tenendo conto delle indicazioni dei partiti, ma decidendo in piena autonomia. Se nascerà questo governo l'Italia riuscirà a sollevarsi e a guardare avanti", assicura Berlusconi.
Neanche il Partito Democratico ha posto veti, il segretario Zingaretti ha precisato, riguardo la Lega, che il perimetro del governo lo decide lo stesso candidato premier.
A confermare il no alla fiducia al nascente governo Draghi rimane solo Fratelli d'Italia, una scelta che Giorgia Meloni giustifica con il no del presidente incaricato alla flat tax.
Ora rimangono solo i colloqui con le parti sociali.
Davide Fifaco