Dopo la svolta europea sulla manovra italiana il premier Giuseppe Conte, in una nota ufficiale, ha ottenuto la fiducia dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma non ha ancora incassato il sì definitivo da Bruxelles. Intanto il commissario Ue agli Affari Economici Pierre Moscovici era partito all'attacco contro il governo italiano, salvo poi frenare dopo aver parlato con il ministro del Tesoro Giovanni Tria, che sta lavorando tecnicamente sulla trattativa.
La manovra economica è ancora in primo piano nella politica italiana. Oggi il premier Giuseppe Conte ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel in un incontro bilaterale, con la partecipazione del ministro degli Esteri Enzo Moavero; tra gli argomenti appunto anche la manovra.
Il vicepremier e ministro dello sviluppo e del lavoro, Luigi Di Maio, in mattinata ha spiegato che la manovra è di circa 30-33 miliardi e che metterà risorse fresche nell'economia. Sul fatto che oggi l'Europa guarda ai paesi in maniera diversa, usando due pesi e due misure, in particolare rispetto ad Italia e Francia, Di Maio ha dichiarato che "in questo momento l'obiettivo è portare a casa le misure previste nel contratto ed evitare la procedura di infrazione. Gli italiani ci chiedono di non andare in guerra con l'Ue ma mantenere le promesse". Il vicepremier ha poi aggiunto che "le misure non cambiano, solo che dalle relazioni tecniche stiamo scoprendo che avevamo previsto più soldi del necessario".
Di fatto però la diminuzione dal 2,4 al 2,04% ora non basta e tra Italia e Ue sarà trattativa ad oltranza. Tria rimarrà a Bruxelles fino a che non ci sarà un accordo. A testimonianza del fatto che si è cominciato a lavorare sui numeri c'è l'arrivo, a Bruxelles, anche del direttore generale del Mef Alessandro Rivera. Il premier Conte, invece, dopo la Merkel incontrerà anche altri rappresentati europei.
Moscovici ha però fatto capire che la trattativa è tutt'altro che conclusa, sottolineando che il passo dell'Italia va nella giusta direzione, ma che ancora si è lontani dal traguardo. Rimane ferma la volontà di non voler arrivare alla procedura ma piuttosto alla comune intenzione di un accordo.