“La documentazione raccolta dalla Procura della Repubblica di Perugia sembra presentare l'immagine di una Magistratura china su stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all'attribuzione di incarichi”.
L’ indagine della procura di Perugia, che ha messo in luce la presenza di un meccanismo spartitorio fra alcune correnti interne alla magistratura, casi di corruzione e perfino tentativi di condizionare sentenze e nomine, determinando le dimissioni dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura, è stata al centro dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per gli anniversari dell'uccisione di sei magistrati.
Proprio sul paragone fra chi ha perso la vita per garantire il rispetto della giustizia nel paese, e le pesantissime accuse mosse ad alti magistrati che hanno gettato discredito su uno dei poteri dello stato, si è concentrato l’intervento di Mattarella, che ha sottolineato come i giudici debbano riconquistare credibilità.
“Nel nostro Paese, come in ogni altro - ha detto - c'è costantemente bisogno di garantire il rispetto della legalità. Anche per questo la Magistratura deve necessariamente impegnarsi a recuperare la credibilità e la fiducia dei cittadini, così gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca”, ed è necessario, ha aggiunto “porre attenzione critica sul ruolo e sulla stessa utilità delle correnti interne alla vita associativa dei magistrati”.
Mattarella, pur ricordando che la stragrande maggioranza dei giudici svolge con trasparenza e competenza il proprio lavoro, e che è stata proprio un’inchiesta della magistratura a metter in luce la vicenda, ha sottolineato la gravità della portata dell’inchiesta che ha travolto esponenti di primo piano dell’Associazione nazionale magistrati, ma ha anche respinto le richieste di un suo intervento diretto nella vicenda, giunte soprattutto dalla politica, perché, ha detto, “qualunque arbitrio compiuto in nome di presunte buone ragioni aprirebbe la strada ad altri arbitri, per cattive ragioni”.


Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO/Presidenza della Repubblica
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