Giorgia Meloni è al lavoro per formare la squadra di governo. Due le novità di cui si parla nelle ultime ore: il cofondatore di Fratelli d'Italia Guido Crosetto sembra destinato a diventare segretario generale alla Presidenza del Consiglio mentre il meloniano Giovanbattista Fazzolari dovrebbe essere invece il titolare del ministero per l'attuazione del programma.
Rimane il nodo Viminale. Matteo Salvini vuole assolutamente il ruolo di ministro dell'Interno, ma la Meloni resta scettica sull'ipotesi, mentre rimane aperta in questo senso la possibilità Antonio Tajani, il cui nome è stato accostato anche alla Farnesina ed alla Difesa.
Nel ruolo del segretario generale della Presidenza del Consiglio Meloni, eventualmente, vedrebbe bene anche Carlo Deodato, consigliere di Stato, attuale capo del dipartimento Affari giuridici di Palazzo Chigi.
All'Economia "resistono" i nomi di Fabio Panetta e Domenico Siniscalco. Inizialmente, era circolata l'ipotesi che il Ministero dell'economia e delle finanze potesse essere diviso in Tesoro e Finanze, ma non ci sarebbero i tempi per lo spacchettamento. Si ipotizza anche una conferma di Daniele Franco come segnale di rassicurazione all'estero sui conti e sulla gestione del Pnrr.
Intanto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell'assemblea degli industriali di Varese, riferendosi al nuovo esecutivo in formazione ha dichiarato: "Noi non tifiamo né per uno e né per l'altro. Proponiamo le misure e giudichiamo cosa viene fatto". Bonomi ha poi voluto lanciare un messaggio a Giorgia Meloni, affermando: "Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax e prepensionamenti. Non vogliamo negare ai partiti di perseguire le promesse elettorali ma oggi energia e finanza pubblica sono due fronti emergenza che non possono ammettere follie per evitare l'incontrollata crescita di debito e deficit".
Il presidente di Confindustria ha concluso spiegando che sull'energia serve un'Europa che condivida gli sforzi e non divisa, lasciando che ogni Paese si muova autonomamente. Inoltre, ha ricordato che nessuno oggi può fare previsioni realistiche sulla crescita e sugli effetti del rialzo dei prezzi dopo la scelta scellerata dei russi. Serve da parte del Governo una generale vasta convergenza sulle scelte, anche con le forze di opposizione.
Davide Fifaco