Foto: Reuters
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Tensioni sulla legge di bilancio, braccio di ferro con l'Europa, scontri fra le due forze di governo. Sono settimane a dir poco intense per la maggioranza in Italia, che da una parte deve far fronte alle pressioni di Bruxelles e dei mercati sulla legge di bilancio, dall'altra affrontare una sorta di trattava continua fra Lega e Movimento 5 Stelle.
L'ultimo terreno di scontro è quello della gestione dei rifiuti in Campania: Matteo Salvini ha infatti rilanciato la realizzazione di termovalorizzatori, uno per provincia, innescando la reazioni dei 5 stelle, che puntano invece a impianti di compostaggio, raccolta differenziata e riciclo.
"Dire che ci vuole un termovalorizzatore a provincia dopo le lotte che sono state fatte e dopo l'avanzamento delle nuove tecnologie - ha detto il presidente della Camera Roberto Fico - è uno schiaffo a Napoli e alla Campania".
Salvini però non molla, ricordando che "in Lombardia ci sono ben tredici termovalorizzatori che non inquinano ma producono energia e ricchezza".
Si tratta però solo di uno dei capitoli su cui Movimento 5 Stelle e Lega sono costretti a trattare: la pace fiscale, uno dei punti forti della Lega, è stata fortemente ridimensionata all'interno del decreto fiscale, ottenendo in cambio il rinvio dell'inasprimento delle pene per gli evasori chiesto dai grillini, mentre all'interno della legge di bilancio, che sta per approdare in Parlamento, sorgono continui emendamenti e modifiche.
Il problema principale però rimane il confronto con l'Europa, dopo la decisione del governo di non recepire le indicazioni della Commissione, che chiede una drastica riduzione del debito previsto, e che sta valutando la possibilità di una procedura d'infrazione contro l'Italia.
Il premier Conte ha annunciato un prossimo incontro con il presidente Juncker, ma da Bruxelles è giunta una smentita: "Non c'è alcun incontro previsto tra Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte la prossima settimana" ha detto un portavoce della commissione. Matteo Salvini in tanto va all'attacco: "Se davvero aprissero contro il nostro Paese la procedura d'infrazione - ha detto - insorgerebbero 60 milioni di italiani".