La giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata a Teheran giovedì 19 dicembre ed è in carcere, in una cella di isolamento, da una settimana. È stata portata nella prigione di Evin, quella dove vengono tenuti i dissidenti, e il motivo del suo incomprensibile arresto non è ancora stato formalizzato.
La donna era partita il 12 dicembre da Roma per l'Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta. Aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del suo podcast. Sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono non è stato più reperibile. I datori di lavoro ed il compagno di Sala, il giornalista Daniele Raineri, preoccupati dal lungo silenzio hanno allertato l'Unita di Crisi del Ministero degli Esteri ed i suoi contatti iraniani, ma nessuno sapeva dove fosse finita.
Poche ore più tardi il suo telefono si è riacceso: la giornalista ha chiamato la propria madre raccontandole di essere stata arrestata e portata in carcere. Da quel momento è iniziata l'attività delle autorità italiane.
A Evin venne rinchiusa anche Alessia Piperno, la giovane romana arrestata a Teheran il 28 settembre 2022 e rilasciata il 10 novembre dello stesso anno. Proprio da Piperno arrivano parole di conforto alla giornalista: "A Cecilia Sala idealmente dico di tenere duro come ho fatto io per 45 giorni: nel carcere di Evin a noi stranieri fisicamente non torcono un capello, ma mentalmente ti provano molto", scrive la scrittrice e travel-blogger. Solidarietà a Sala anche dall'attivista egiziano Patrick Zaki, che sui social scrive: "Tutta la solidarietà alla giornalista italiana Cecilia Sala dopo il suo arresto da parte del regime iraniano. Il giornalismo non è un crimine".
Il direttore de Il Foglio, Claudio Cerasa, uno dei media con cui collabora la giovane giornalista, conclude un lungo editoriale sul caso con le parole: “Il giornalismo non è reato, nemmeno nei paesi che reprimono tutte le libertà, compresa quella di stampa. Riportatela a casa".
Intanto la politica si sta muovendo; il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che la situazione è costantemente monitorata. Giuseppe Conte, Elly Schlein, Matteo Renzi ed Angelo Bonelli, tutti rappresentanti dell'opposizione, pur manifestando preoccupazione hanno espresso la certezza che il governo si sta muovendo per riportare la donna a casa il prima possibile.
Davide Fifaco