Sempre più vicini ma senza ancora un accordo finale. Si è conclusa senza una firma del contratto di governo la giornata che invece avrebbe dovuto portare alla chiusura del patto sul programma fra Movimento 5 Stelle e Lega.
Le due delegazioni si sono date un nuovo appuntamento oggi: sia Salvini sia di Maio parlano di accordo ormai raggiunto «sui punti caldi» come tasse, pensioni e immigrazione, ma evidentemente ancora non basta e la discussione avanti.
«Se la compatibilità arriverà all'80 per cento si parte, altrimenti ci abbiamo provato», ha commentato Matteo Salvini. «La trattativa sul contratto di governo va avanti, - ha aggiunto Di Maio - anche perché l'obiettivo è portare i migliori risultati per i cittadini italiani».
Rimane il fatto che i tempi si allungano quindi ben difficilmente i due leader potranno portare dei risultato al Quirinale oggi, né domani, perché sembra essere ancora tutta da giocare la partita della composizione della squadra di governo, su cui c'è stato un intervento molto chiaro da parte del Capo dello Stato, che non intende affidare dicasteri chiave a personalità che possano creare fratture e problemi con Bruxelles. Parlandi di Einaudi, Secondo presidente della repubblica, Mattarella ha ricordato l'uso del potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo le elezioni del 1953 quando Einaudi "non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Dc". Un passaggio che suona come un chiaro avvertimento ai due leader di Lega e 5 Stelle.
Salvini deve poi far fronte anche all'insoddisfazione di Fratelli d'Italia, forza ormai esclusa dal governo ancora un volta per un veto posto da Di Maio, mentre Forza Italia sta a guadare e incassa la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano che ha accolto la richiesta di "riabilitazione" di Silvio Berlusconi, che potrà dunque partecipare nuovamente alle competizioni elettorali e ricoprire cariche pubbliche.