Da una parte i provvedimenti dei governi che cercano di limitare i contatti all’interno ma soprattutto all’esterno dei confini, dall’altra l’Unione europea che, a fronte di sei milioni dei contagi all’inizio della pandemia, punta a un appoggio coordinato.
La ripresa dei numeri sui contagi ha fatto riemergere il dilemma fra gli stati membri, che rivendicano la competenza sulla tutela della sicurezza e della salute dei propri cittadini, e Bruxelles che invece sta cercando, non senza fatica, di ottenere una linea quanto più possibile, coerente in Europa sulle misure di contenimento.
Anche il governo italiano ha differenziato le regole di prevenzione per gli arrivi da altri paesi, creando sei elenchi con differenti trattamenti. Gli elenchi vengono aggiornati costantemente e da ieri sera ad esempio la Croazia, accanto a Grecia e Malta, non figura più fra i paesi arrivando dai quali è richiesto il test molecolare o antigenico all’ingresso in Italia.
Sono invece presenti in questa categoria il Belgio, alcune regioni della Francia compresa l’area di Parigi, Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, e Spagna. Per gli altri paesi europei, fatta eccezione per la Romania per la quale invece è prevista una quarantena di due settimane, non ci sono limitazioni, ed è prevista solo la compilazione di un questionario reperibile on line. Gli spostamenti e i rientri dalle altre aree del mondo invece devono essere motivati e hanno regole più o meno stringenti.
Regole molto complesse già in Italia, che diventano un mare in cui è impossibile orientarsi se allargate a livello continentale.
Anche per questo Bruxelles sta lavorando su una mappa a colori dell’Unione europea che evidenzi il grado di rischio dei paesi con un criterio comune. Sono previsti quattro colori, verde, arancione, rosso e grigio, in base alla presenza di casi di Covid-19 e ai test effettuati per 100 mila abitanti: la proposta avrebbe già una maggioranza qualificata e potrebbe avere il via libera la prossima settimana.
L’idea è quella di applicare misure di prevenzione con il minor impatto possibile per l’economia, e soprattutto differenziare per aree di contagio e non per nazioni, in modo da evitare polemiche e divisioni fra gli stati. Si lavora anche su procedure europee per i test sui viaggiatori che provengono da aree considerate a rischio.
Alessandro Martegani