Un selfie potrebbe costare la vita a un animale. È questo l’allarme lanciato dall’Ente Nazionale Protezione Animali che, come riportato dall’agenzia Dire, ha dichiarato guerra all’abitudine, sembra ormai piuttosto diffusa, di farsi dei selfie con animali selvatici.
Si tratta di un gesto che potrebbe apparire innocente, ma che spesso si può rivelare dannoso per gli animali, pericoloso per l’uomo e a volte anche crudele. È il caso ad esempio del fenicottero che si aggirava nelle spiagge di Rimini, tormentato per una foto dai bagnanti che non si erano nemmeno resi conto che si trattava di un animale debilitato e impossibilitato a volare, per fortuna poi tratto in salvo, curato e liberato in un’area tranquilla dal Centro recupero animali selvatici della città romagnola.
Si tratta però solo di un esempio: i social sono pieni di immagini e di video in cui gli animali selvatici a volte vengono anche maltrattati, più o meno inconsapevolmente, o finiscono per aggredire gli umani.
Si tratta di comportamenti che stressano gli animali e, in alcuni casi, come le foto con le stelle marine tirate fuori dall’acqua, possono portare alla morte dell’animale.
Anche dar da mangiare a volpi o daini per fare una foto può arrecare danni, perché potrebbe far acquisire fiducia nell’uomo, rendendoli così più esposti ai cacciatori.
L’Enpa ha quindi lanciato la campagna #NoSelfieConSelvatici, ricordando fra l’altro che il maltrattamento di animali è un reato: sono già partite le prime denunce contro soggetti che hanno inseguito a piedi o in macchina degli animali, comportamento fra l’altro documentato e pubblicato dagli stessi protagonisti.
Anche scattare un semplice selfie con un animale selvatico, togliendolo dal suo habitat può rappresentare un reato, e non manca chi lucra su questo tipo di foto, chiedendo soldi in cambio di uno scatto con animali rari o esotici, costretti a vivere in cattività e fuori dal proprio habitat.
Alessandro Martegani