È stata una giornata della donna di respiro internazionale quella celebrata oggi al Quirinale. Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti sottolineato nel suo intervento, pronunciato di fronte a molte donne che ricoprono cariche istituzionali nel paese, su tutte la premier Giorgia Meloni, ma anche le ministre Maria Elisabetta Alberti Casellati, e Marina Elvira Calderone, oltre alla presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, la presenza dell'attivista iraniana Pegah Tashakkori e di Frozan Nawabi, diplomatica e giurista afghana, nel 2014 candidata al Nobel per la pace e oggi rifugiata in Italia.
Mattarella, ringraziando tutte per la presenza, si è soffermato soprattutto sul significato della giornata a internazionale della donna, e di come l'8 marzo non sia, “come a volte si sente ripetere, la festa della donna, o delle donne, - ha detto - ma un'occasione, preziosa, per fare il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese, in Europa e nel mondo”.
"La strada per il raggiungimento di una parità effettiva, costituita con pienezza da diritti e da opportunità, è ancora lunga e presenta tuttora difficoltà. Ma vi si aggiunge la certezza che questa strada va percorsa con il massimo di determinazione e di rapidità. Perché dalla condizione generale della donna, in ogni parte del mondo, dipende la qualità della vita e il futuro stesso di ogni società", ha poi spiegato aggiungendo che "non può esservi vera libertà se non è condivisa dalle donne e dagli uomini".
Mattarella, ha anche sottolineato i risultati raggiunti dalla società italiana: "In questi decenni la Repubblica ha fatto enormi progressi. Abbiamo in carica la prima donna alla guida del Governo, una donna alla presidenza della Consulta, per la prima volta una donna a capo della magistratura, ma certe mentalità sono ancora presenti", ha aggiunto il Presidente. "Occorre un impegno ulteriore delle istituzioni, della comunità civile, delle donne e degli uomini, insieme per rimuovere ostacoli, confutare pregiudizi, operando con azioni concrete, contrastando con forza le inaccettabili violenze e i femminicidi, che sono crimini gravissimi da sanzionare con il massimo di severità".
A margine anche la premier Giorgia Meloni ha confermato di provare “emozione e tanta responsabilità". “Le parole che abbiamo sentito – ha aggiunto - ci richiamano a essere intransigenti nei nostri ruoli".
Alessandro Martegani