Inizia una nuova, l’ennesima negli ultimi due anni e mezzo, settimana decisiva per le sorti di Alitalia.
Dopo una serie di rinvii e notizie contrastanti sulla cordata che dovrebbe avviare un nuovo salvataggio della compagnia di bandiera italiana, sembra finalmente che Ferrovie dello Stato, Atlantia e Delta Airlines abbiano trovato un punto d’incontro sull’impegno finanziario destinato al salvataggio della compagnia italiana.
Anche la tedesca Lufthansa avrebbe confermato un impegno, ma il vettore che avrà un posto di rilievo nella gestione rimarrà la Delta, che investirà 100 milioni: meno di quanto ipotizzato dai tedeschi, che però puntavano a un’intresa concentrata quasi esclusivamente sui voli sul Nord America e chiedevano tagli a personale e flotta.
Il termine ultimo, perlomeno l’ultimo fissato, per presentare l’offerta scade il 21 novembre, ma a dare la spinta decisiva non sembrano esser state delle ragioni economiche, ma piuttosto le pressioni politiche: dopo la decisione di Arcelor Mittal di abbandonare l’Ilva, il governo italiano punta a chiudere almeno la partita Alitalia, e a fare pressione sul tavoli tecnici che si occupano del dossier sarebbe stato perfino il Quirinale.
La partita non è ancora chiusa, ma dovrebbe definirsi entro la settimana, per consentire poi di preparare un’offerta articolata da consegnare ai commissari e al governo italiano.
Ferrovie dello Stato punta comunque a chiudere l’intera operazione entro il prossimo marzo, ma fondamentale sarà la trattativa sindacale sugli esuberi, che non potrà prolungarsi visto le perdite quotidiane patite dalla compagnia, che ha già avuto un nuovo rifinanziamento dal governo per non collassare.
Alessandro Martegani