Secondo il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, la situazione nel Paese è grave. “Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore”, ha dichiarato Speranza, aggiungendo che ci sono ancora troppe persone in giro. Sono quindi in arrivo nuove limitazioni. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di anticipare da mercoledì a lunedì il suo intervento in Parlamento sulle misure contro la pandemia, per fare subito dopo una riunione e quindi varare un nuovo dpcm. Ancora in via di definizione le nuove limitazioni. Per ora non si parla di un lockdown generalizzato, ma piuttosto di chiudere per due o tre settimane le aree dove i contagi si diffondono con maggiore velocità. Ipotizzate anche nuove limitazioni ai negozi, agli spostamenti tra le regioni ed un intervento anche sulla scuola. Lo stesso presidente del Consiglio ha ammesso che la rapida impennata della curva rischia di mettere in discussione la didattica in presenza. Una delle opzioni è quella di garantire lezioni in classe fino alla seconda media, con didattica a distanza dalla terza media in su. L'esecutivo starebbe valutando anche la predisposizione di "hotel covid", dove ospitare i positivi che, altrimenti, rischiano di contagiare i familiari.
Dopo un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi, allargato agli esperti, il ministro della Salute ha chiesto inoltre al Comitato tecnico scientifico di riunirsi per fornire al governo i dati su quei territori che stanno facendo i conti con un'impennata dei contagi: l'obiettivo è istituire nuove zone rosse o prevedere chiusure "mirate". Sotto osservazione ci sono le aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova e Torino, una parte del Veneto e alcune regioni meridionali, come la Campania. Da subito sono partiti i confronti tra governo e Regioni. Conte è tornato a chiedere anche un tavolo con le opposizioni ma il centrodestra ha risposto picche, dicendo che ormai è "troppo tardi".
Davide Fifaco