Foto: Radio Capodistria
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L'ex pugile ed ex consigliere comunale triestino, Fabio Tuiach, è stato condannato a due anni di reclusione, senza il beneficio della pena sospesa, per aver diffamato sul social russo Vk un attivista Lgbtqi, la decisione è stata emessa dal Tribunale di Trieste.

Il pubblico ministero aveva chiesto 10 mesi, dunque la pena è stata più che raddoppiata. Oltre alla pena di due anni, il tribunale ha disposto il pagamento di un risarcimento di 15mila euro all'attivista e 5mila euro all’associazione “I sentinelli di Milano”, che si sono costituiti parte civile. Proprio questi ultimi, quando avevano depositato la denuncia, avevano sottolineato come il post di Tuiach fosse un incitamento all'odio sulla base dell'orientamento sessuale.

Se la sentenza diventasse definitiva e non venisse impugnata, l'ex pugile potrebbe chiedere al Tribunale di sorveglianza una misura alternativa al carcere. Probabilmente ci saranno uno o più ricorsi.

Il presidente dell'Arcigay Trieste, Andrea Tamaro, ha commentato la sentenza parlando di un avvenimento eccezionale, che punisce un esponente politico che aveva offeso a più riprese tutta la comunità Lgbtqi. Tamaro ricorda per che si tratta di una sentenza di primo grado e che in Italia manca una legge che tuteli le persone Lgbtqi da chi istiga all'odio e alla discriminazione contro di loro.

L'ex pugile, che è stato anche uno dei principali attivisti contro il green pass, ha commentato la sentenza dicendo che continuerà a pregare il Rosario "nonostante i giudici che fanno politica".

Anche un’altra esponente dei "no green pass" nelle ultime ore è tornata a fare notizia, si tratta dell'ex vicequestore Nunzia Alessandra Schillirò, che è stata licenziata dalla polizia di stato. Dopo le dichiarazioni rese durante una manifestazione pubblica contro il Green Pass era stata sottoposta a 7 procedimenti disciplinari. Lo ha annunciato la stessa Schilirò attraverso un post sul suo profilo Facebook, con le parole: "Cacciata dalla Polizia per aver difeso la Costituzione e la libertà degli italiani".

L'ex poliziotta nel post ha aggiunto: "Dopo un anno di sospensione e di persecuzione con 7 procedimenti disciplinari, al quinto sono stata destituita! Licenziata per le mie dichiarazioni sul palco della manifestazione del 25 settembre 2021 e per tutte le mie successive dichiarazioni. I condannati per il G8 di Genova in servizio e, in certi casi, addirittura promossi. Io licenziata per aver esercitato il diritto costituzionale previsto dall'articolo 21", conclude la Schillirò.

Davide Fifaco