Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha annunciato che il 25 aprile non parteciperà al classico corteo della Liberazione, ma si recherà in Sicilia. Salvini ha spiegato che "la lotta a camorra, 'ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita. Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell'ordine nel cuore della Sicilia". Dichiarazioni che ovviamente hanno innescato polemiche, a cominciare tra le fila dell'opposizione.
Emanuele Fiano, firmatario di un progetto di legge contro la diffusione dei gadget del Fascismo e del Duce, ha dichiarato: "ci auguriamo che il ministro dell'Interno sia in prima fila per combattere la criminalità organizzata tutti i giorni, come purtroppo sembra non fare. Ma il 25 aprile è il giorno della Liberazione. Cioè della rinascita della democrazia nel nostro Paese e ogni vero amante della nostra Repubblica dovrebbe onorarlo senza ma e senza se". Fiano definisce inoltre "sciocche e sconcertanti" le parole di Salvini, accusandolo di strumentalizzare la lotta alle mafie per offuscare il valore di una giornata storica come quella del 25 aprile.
Molto critica, ovviamente, anche l'Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani (ANPI); la presidente Carla Nespolo ha invitato il vicepremier leghista al suo dovere istituzionale, chiedendogli di uscire dalla sua brutale propaganda contro una festa nazionale che ricorda tante donne e uomini sacrificatisi per ridare all'Italia la libertà sottratta dalla violenza e dai crimini del fascismo e del nazismo». Parteciperà invece ai festeggiamenti l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, che ha precisato che si tratta di "un giorno in cui festeggiamo chi ha vinto, i nostri nonni che hanno combattuto una battaglia contro un regime e che hanno ottenuto il risultato di darci la libertà e la democrazia. Io ho ben chiaro da che parte stare il 25 aprile, dalla parte dei partigiani che ci hanno liberato, non dalla parte di chi parla male dei partigiani o di chi vuole dire che il 25 aprile non è stato il giorno della liberazione".
Davide Fifaco