Potrebbe trattarsi del primo vero banco di prova per la nuova maggioranza in Italia: il 7 ottobre alla Camera è infatti in programma l’avvio della discussione sulla quarta ed ultima lettura parlamentare della modifica costituzionale che prevede un taglio di 345 parlamentari, che passerebbero dagli attuali 945 a 600.
Per i promotori del Movimento 5 Stelle la riforma comporterebbe un risparmio pari a 500 milioni per ciascuna legislatura. In realtà il risparmio sarebbe poco più della metà, 280 milioni circa, ma in ogni caso si tratta di un provvedimento chiave per il Movimento 5 stelle, a cui il PD in realtà si era sempre dichiarato contrario quando stava all’opposizione.
Ora però la situazione è cambiata: Pd e 5 stelle non stanno più su fronti opposti e la trattativa è aperta. Il partito di Nicola Zingaretti ha riconsiderato la posizione, ma chiede contestualmente una nuova legge elettorale, e un riequilibrio della rappresentanza alla luce del nuovo assetto delle Camere. Rimane più di una settimana per trovare un accordo. “Ora – ha detto il capogruppo Pd alla Camera Emanuele Fiano - è possibile il voto favorevole alla riforma: nell'accordo di governo sono state indicate con chiarezza le condizioni che accompagnano questa misura e che non erano presenti nelle precedenti letture”.
Il taglio dei parlamentari rimane ogni caso un punto caldo per la tenuta della maggioranza, su cui lo stesso Luigi Di Maio ha sfidato apertamente sia gli alleati, sia gruppi, come quello della Lega, che avevano appoggiato il provvedimento quando stavano al governo.
In Aula, ha detto Di Maio, "vedremo chi avrà il coraggio di non votare per il taglio dei parlamentari". "In questo momento - ha aggiunto - tutti dicono che questo governo è nato per mantenere le poltrone e invece proprio questo governo le taglia, alla faccia di chi ha fatto cadere il precedente governo per non tagliare i parlamentari".
Alessandro Martegani