Primi tentativi di dialogo fra Pd e 5 Stelle: dopo l’ultimatum lanciato da Sergio Mattarella, che ha dato alle forze politiche tempo fino a mercoledì per trovare un accordo su un nuovo governo ed evitare le elezioni, le due forze politiche si sono incontrate per cominciare a confrontare programmi e proposte.
Il Pd, anche nell’incontro con il Capo dello Stato, aveva posto dei paletti imprescindibili, fra le altre cose la cancellazione dei decreti sicurezza, la definizione della legge di bilancio prima della formazione del governo e un confronto sulla legge elettorale collegata al taglio dei parlamentari.
I 5 Stelle, che avevano presentato una sorta di programma per punti, intendono partire proprio dal taglio dei parlamentari, un provvedimento chiave per i grillini, ma l’aspetto più complesso sembra riguardare le persone piuttosto che i contenuti. La discontinuità chiesta dal Pd, che porrebbe fuori gioco Giuseppe Conte e in parte anche Luigi di Maio, viene mal digerita dai parlamentari grillini che pur avevano dato mandato ai dirigenti di trattare con il Partito di Nicola Zingaretti, che, mentre era in corso l’incontro fra i capigruppo dei due partiti, ha riunito i vertici del Pd al Nazareno.
Dall’altra parte il segretario deve guardarsi soprattutto dalle fronde interne: l’ala renziana sembra volere un accordo a ogni costo, e lo stesso Matteo Renzi avrebbe accusato l’ex premier e componente della delegazione Pd, Paolo Gentiloni, di “far deragliare la trattativa", aggiungendo che non è detto che il Pd si presenterà unito alle elezioni.
Come se non bastasse non cessa il corteggiamento della Lega ai 5 Stelle: "Secondo me - ha detto il ministro della Lega Gian Marco Centinaio - c’è ancora possibilità di recuperare il rapporto coi 5 Stelle: è difficile perché la via è molto stretta, - ha aggiunto - però se ci sono i tempi e c'è la volontà di sedersi attorno a un tavolo non ci sono problemi".
Alessandro Martegani