Un bilancio positivo per il governo Conte, ma con molte criticità e incognite che ancora permangono sullo svolgimento regolare o perlomeno sereno dell’anno scolastico.
Sono divergenti i giudizi sulla prima giornata dell’anno scolastico in Italia, celebrata dallo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Vo’ euganeo, uno dei centri più colpiti dalla pandemia e il primo a essere dichiarato zona rossa.
Dopo la prima giornata che ha segnato il ritorno scuola di 5 milioni e mezzo di studenti e studentesse, il premier Conte ha riunito i ministri competenti per fare il punto sull’organizzazione delle attività, ma anche sui trasporti, sulle modalità di ingresso e uscita dagli istituti, e su aspetti come la “fornitura di banchi e mascherine fino alle questioni più strutturali che riguardano il mondo scolastico”.
Il governo ha tracciato un bilancio positivo, fornendo anche alcune cifre sul materiale distribuito: finora sono stati consegnati 136 milioni di mascherine chirurgiche, 445mila litri di gel igienizzante, 200 mila banchi monoposto, che arriveranno a 2 milioni, più 400mila "sedute innovative", i famosi i banchi a rotelle, entro l’anno. Per Giuseppe Conte dunque “la scuola è ripartita e le attività scolastiche sono riprese in modo ordinato, nel rispetto delle regole sanitarie”.
Queste cifre però non avrebbero evitato situazioni critiche in molti istituti: oltre agli assembramenti segnalati all’esterno delle scuole, molti istituti non avrebbero le strutture per far rispettare le distanze nel corso delle attività, e anche sulla didattica a distanza ci sarebbero molte carenze. Ha fatto il giro del paese la foto diffusa dal governatore della Liguria Giovanni Toti che mostra alunni che usano la sedia per appoggiare i fogli, in ginocchio per mancanza dei veri banchi, evidentemente non ancora consegnati; in tutta al penisola si moltiplicano le segnalazioni di ritardi e difficoltà, fino ai primi giudizi sui cosiddetti “banchi innovativi”, che sarebbero scomodi e poco funzionali.
Rimane poi l’incognita legata ai contagi e alle conseguenze dei casi di positività fra docenti e studenti, che potrebbero far rimanere a casa intere classi o scuole per giorni, se non settimane. Anche oggi un caso positivo fra gli insegnati di una scuola materna di Gorizia, ha comportato la chiusura dell’istituto e il tampone per 50 persone fra bambini, docenti e genitori.
Alessandro Martegani