Le misure anti Covid e le chiusure hanno senza dubbio danneggiato attività commerciali come bar e ristoranti e non solo, ma proprio nel settore del cibo e ristorazione c’è chi invece dalla pandemia ha ottenuto un aumento delle attività.
È il caso del “food delivery”, i servizi di consegna a domicilio, che in Italia non si sono mai fermati, nemmeno la scorsa primavera nella fase del lockdown totale, e hanno fatto segnare un cambiamento, probabilmente stabile, nelle abitudini alimentari del paese.
Secondo i dati del Sole 24 Ore, i servizi di consegna a domicilio hanno visto un incremento di 1,3 milioni di nuovi clienti, il 20 per cento dei quali nel settore food.
I problemi però non mancano: un maggior ricorso alle società che si occupano di consegna di cibo a domicilio, tipo di trasporto che per sua natura richiede grande velocità, ha fatto crescere anche le polemiche sulle condizioni di lavoro dei cosiddetti “riders”, i lavoratori che attraversano le città per consegnare le ordinazioni.
Retribuiti a prestazione, senza alcuna tutela, spesso sottopagati, con ritmi di lavoro insostenibili, sono sempre più numerosi, e il loro sfruttamento, come rilevato dalla società Zwan, azienda specializzata in “corporate reputation”, pesa anche sulla reputazione e sugli affari dei gruppi che li impiegano. Fra l’altro, come aveva denunciato anche Assodelivery, l’associazione di categoria che comprende nomi come Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e Uber Eats, anche durante il lockdown non sono mai aumentati i costi di commissione per compensare almeno i rischi legati al Covid.
Meno di due settimane fa Just Eat, la società più famosa in Italia, ha però annunciato di voler “investire sulle persone” e assumere come dipendenti i propri riders entro il 2021, e proprio questa decisione avrebbe portano il gruppo al primo posto nella classifica di Zwan, che ha analizzato la reputazione fra gli utenti dei principali brand del settore, confrontando elementi come le reazioni delle principali testate nazionali, o indagini online sulla sensazione degli utenti e dei consumatori in Italia che sembrano dare importanza a elementi come la sostenibilità, la trasparenza e la fiducia verso chi offre il servizio.
Dopo Just Eat, la seconda posizione è occupata da Deliveroo, che applica un modello più flessibile per il lavoro dei riders, poi Uber Eats, e infine Glovo, il brand che, secondo lo studio, sembra aver sofferto di disservizi e problemi verso i consumatori.
Alessandro Martegani