Associarsi e organizzarsi per rivendicare l’indipendenza del Veneto non è reato. Lo ha dichiarato la Corte d’Appello di Venezia, che ha assolto 48 persone imputate di associazione sovversiva nell’ambito dell’inchiesta che nell'aprile 2014 portò all'arresto di 24 cosiddetti “Serenissimi”, e a indagini su decine di persone: fra gli altri anche Franco Rocchetta, sottosegretario agli Esteri per alcuni mesi nel primo governo Berlusconi, considerato l’ideologo del gruppo.
Nell’operazione era anche stata sequestrata una ruspa, corazzata artigianalmente, subito ribattezzata “Tanko 2”, come il mezzo utilizzato dai Serenissimi nel 1997 per occupare il Campanile di San Marco, e dei tubi modificati che secondo gli inquirenti gli indagati stavano trasformando in armi da fuoco.
Il processo era stato separato in due filoni: da una parte le indagini per associazione sovversiva a carico di 48 imputati, dall’altra la fabbricazione di armi.
Per quest’ultima accusa c’era stata una condanna, relativamente al Tanko e alla costruzione di armi da fuoco, con pene dai tre ai sei anni per sette dei 15 imputati, da parte del Tribunale a Rovigo, che ha giudicato armi i cannoni artigianali, ma non la ruspa corazzata in sé.
Nel secondo filone gli indagati, secessionisti e separatisti, erano accusati di aver promosso, costituito, organizzato e finanziato l’associazione “L’Alleanza” per compiere atti violenti, ed in particolare una riedizione dell’occupazione di Piazza San Marco a Venezia. Il processo aveva però visto il proscioglimento di tutti gli imputati, e la Corte d’appello ha respinto l'impugnazione della procura contro il provvedimento del gip che nel 14 luglio 2018, che aveva ritenuto di non rinviare a giudizio gli imputati per associazione sovversiva, un reato che viene punito con pene che vanno dai 5 ai 10 anni di carcere.
Per i giudici gli imputati non avrebbero messo in atto azioni tese a mettere concretamente in discussione l’ordinamento dello Stato. “Non c'erano – ha commentato l’avvocato Alessio Morosin, difensore di alcuni degli imputati - atti diretti e idonei a sovvertire violentemente l'ordine costituito”. Il legale, commentando la storia processuale, ha anche parlato di “accanimento giudiziario e processo politico”.
In attesa delle motivazioni, che verranno pubblicate fra 60 giorni, la sentenza della Corte d’Appello di Venezia è stata accolta con soddisfazione dai gruppi indipendentisti, per i quali la decisione rappresenta un precedente per tutelare le azioni che puntano ad ottenere l’indipendenza del Veneto, così come di altre aree nel paese.
Alessandro Martegani
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