Nuove regole e vecchi problemi in vista della ripresa dell'anno scolastico. Con il ritorno a scuola a settembre studenti e insegnanti diranno addio alla didattica a distanza, alle mascherine e alle altre regole Covid che hanno accompagnato i ragazzi in questi ultimi due anni. Per qualcuno di loro si tratta della prima volta senza restrizioni.
In base a quanto ha scritto ai presidi il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e a quanto si legge nel documento diffuso dall'Istituto superiore di sanità, restano soltanto un referente Covid incaricato di gestire eventuali positivi e un'aula dedicata. Le nuove disposizioni per il rientro in classe, infatti, prevedono il ritorno al pre-Covid, con il contagio da coronavirus che diventa causa di un'assenza giustificata, esattamente come una normale influenza. Qualche dubbio rimane ancora sui doppi banchi, ma niente più orari di ingresso e uscita scaglionati, né ginnastica solo in luoghi aperti. Si torna alle vecchie regole anche per i professori e il personale non docente non vaccinato: già da aprile queste persone erano tornate al lavoro ma non a contatto con gli studenti, da settembre potranno svolgere le loro abituali mansioni.
Rimane però un'unica, inevitabile raccomandazione: tutte le scuole siano preparate a un'eventuale ondata di Covid che metta nelle condizioni di dover tornare alle mascherine e ai banchi distanziati.
E se queste sono le benvenute novità, come ogni anno il ritorno a scuola ripropone il problema dei costi di gestione sul bilancio familiare, acuito dal ben noto caro-energia. Secondo alcune stime, la spesa sui libri sale a 1.300 euro, il corredo di 588 euro, complessivamente un +7% rispetto all'anno precedente.
Valerio Fabbri