Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Covid, senza particolari modifiche alle linee essenziali che erano già state annunciate dopo la prima bozza, ma a far discutere ed a portare ad una rottura è stata la regola del coprifuoco.
L'esecutivo ha voluto seguire le indicazioni restrittive raccomandate dal Comitato tecnico scientifico, mantenendo le 22 come ora di inizio del coprifuoco, mentre la Lega voleva posticiparlo di un'ora. Ne è nato un tira e molla ed un caso politico che ha portato il partito di Salvini alla decisione di astenersi dal votare il decreto (che secondo la Lega continua ad imporre limitazioni e chiusure) ma ad assicurare comunque la fiducia a Draghi.
Il premier invece risulterebbe infastidito dal comportamento leghista, formazione che come noto fa parte della maggioranza. Rimane comunque aperta la possibilità di rivedere le decisioni a metà maggio, per allentare le misure nel caso i contagi calino ulteriormente.
L'astensione della Lega ha indispettito gli altri partiti. Il Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali ed il Partito Democratico hanno parlato di “un susseguirsi di ultimatum che minano l'unità”. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Orlando, rappresentante del Pd, ha dichiarato: “valuto il fatto in sé, credo sia un atto incomprensibile e irresponsabile in questo momento. Poche ora prima condividi un accordo, poi cominci a sparare su quell'accordo e poi ti astieni”.
Critico con il governo anche Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, che ha dichiarato: “Dispiace che il contributo costruttivo di tutte le regioni d’Italia non sia stato accolto. Come conferenza abbiamo dimostrato che in un momento d’emergenza si può trovare unità indipendentemente dalle appartenenze politiche presentando proposte fattibili e di equilibrio”.
Fedriga, inoltre, giudica «un precedente molto grave» l’aver cambiato «in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi» sulla presenza di studenti a scuola. Gli accordi si possono cambiare ma «riconvocando chi quegli accordi li ha presi» aggiunge il governatore del FVG, che ha annunciato una immediata seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni.
Davide Fifaco