E' salito a sedici il numero degli italiani positivi al test del Coronavirus.
Il più grave, il primo a presentare i sintomi della malattia, è un uomo di 38 anni, ricoverato in prognosi riservata con una grave insufficienza respiratoria all'ospedale di Codogno, nei pressi di Lodi. Si era presentato ieri sera in ospedale con i sintomi ed è risultato positivo alla malattia.
Altri due contagiati sono la moglie e una terza persona, che si è presentata spontaneamente in ospedale con sintomi di polmonite e che avrebbe avuto dei contatti con il 38enne. Altre tre 3 persone si sono poi presentate con quadro clinico di polmonite all'ospedale di Codogno, e sono in corso indagini per capire se ci sono stati contatti con i primi 3 casi.
Gli altri 8 casi in Lombardia riguardano 5 operatori sanitari, infermieri e medici dell'ospedale di Codogno e 3 pazienti. Altri due in Veneto, due pensionati settantenni di Vo' Euganeo, in provincia di Padova.
L'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, invitando alla calma, ha chiesto agli abitanti dei paesi in cui si sono verificati i casi “di rimanere a casa: chi è stato in contatto con questi casi - ha aggiunto – deve chiamare il 112”. In Lombardia è giunto anche il ministro della Salute Roberto Speranza.
Il contagio sarebbe stato innescato da un collega del 38 enne, rientrato dalla Cina fra il 20 e il 21 gennaio, con cui nelle settimane scorse l’uomo sarebbe andato a cena. Si è presentato ieri al Pronto soccorso a Milano ed è stato posto in isolamento. Non ha però mai accusato dei sintomi, e per questo non è certo che sia lui il "paziente zero".
Ora le autorità stanno cercando di ricostruire la rete di contatti dei pazienti risultati positivi per cercare di contenere il contagio: per ora sono state rintracciate 250 persone che saranno poste in quarantena. A Codogno sono stati chiusi bar, locali pubblici, e scuole.
"Per la prima volta siamo passati da casi d’importazione a casi di circolazione locale del virus” ha detto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma. “I casi segnalati in Lombardia sono i primi che si sono verificati sul territorio italiano e ci fanno entrare in una fase nuova”.
Alessandro Martegani