C’è un "dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali". È stata una portavoce della Commissione Europea a esprimere il nuovo richiamo di Bruxelles all’Italia dopo giorni di polemiche sugli sbarchi di migranti.
Il governo Meloni aveva criticato l’attività delle navi delle Ong nel Canale di Sicilia, accusando indirettamente le organizzazioni d’incentivare le partenze dalle coste africane, e aveva riproposto la linea varata da Matteo Salvini quando era ministro dell’interno nel governo Conte, con il blocco degli sbarchi e la richiesta ai paesi di origine delle Ong di farsi carico dell’accoglienza dei migranti tratti in salvo. Nelle scorse ore l’Italia aveva autorizzato solo uno sbarco “selettivo”, vale a dire di 500 soggetti considerati pià fragili, dalle navi Geo Barents e Humanity 1 a Catania.
Una decisione salutata con favore da Bruxelles ceh però ha ricordato come sia molto difficile fare richiesta dui asilo dalle navi sulla base della loro registrazione nazionale e come occorra “minimizzare il tempo che le persone passano in mare", incoraggiando “tutte le autorità a collaborare e a fornire un luogo adatto a queste persone in modo che possano sbarcare".
Una posizione analoga a quella espressa da un portavoce del governo tedesco, paese a cui appartengono alcune Ong che operano nel canale di Sicilia, secondo il quale il salvataggio in mare è un “dovere morale e giuridico e non può essere impedito”.
Proprio una nave di una Ong tedesca ha rifiutato l’ordine del Viminale di lasciare il porto di Catania, e l’organizzazione starebbe preparando un ricorso al Tar del Lazio contro il decreto interministeriale del governo Meloni che chiede siano gli Stati di origine delle navi a prendersi carico dei passeggeri tratti in salvo in mare. Contro questa impostazione anche la Norvegia, mentre la linea del governo Meloni sembra essere appoggiata da Parigi.
Alessandro Martegani