In Italia fa discutere l'idea del vicepremier e Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, di rendere nuovamente obbligatorio il servizio militare. La Ministra della Difesa Elisabetta Trenta definisce però la proposta "non al passo coi tempi" ritenendo necessario un esercito composto da professionisti.
"Un'idea romantica". La Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha definito così la proposta di Matteo Salvini di ripristinare la leva obbligatoria. Secondo la Trenta i militari italiani sono e devono essere dei professionisti. Già negli scorsi giorni la ministra della Difesa aveva sottolineato, durante un'intervista, che il servizio militare obbligatorio è un qualcosa "non più al passo con i tempi". “I soldati di oggi "sono dei professionisti. E non abbiamo più le truppe che vengono dalle Alpi", dunque, "non c'è più bisogno di tanti soldati tutti insieme", queste le parole della ministra.
La proposta, uno dei cavalli di battaglia di Salvini, oltre che in campagna elettorale, era stata avanzata qualche giorno fa, durante un comizio a Lesina in Puglia, dove aveva appunto parlato dell'ipotesi di reintrodurre per alcuni mesi il servizio militare.
Il Ministero della Difesa ha poi sottolineato che anche il capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano, in un'intervista aveva parlato di forze armate italiane diventate professioniste e che si sono rivelate fra le migliori del mondo. Graziano ha poi aggiunto che è complesso utilizzare i militari di leva in operazioni complesse che richiedono addestramento specifico.
L'idea già qualche tempo fa era stata fonte di divisioni nel centrodestra. Berlusconi espresse subito la sua contrarietà, ed anche esponenti della destra vicini alle Forze Armate, come Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni.
Anche il Pd è contrario alla proposta. L'ex ministra alla Difesa, Roberta Pinotti, ha dichiarato: "La leva obbligatoria? Ha avuto sua funzione storica ma oggi non più utile al Paese". Contrario anche Pietro Grasso di Liberi e Uguali.
L'abolizione della leva obbligatoria venne decisa nel 2000, durante il governo D'Alema, da attuare entro sette anni; l'iter si completò durante il governo Berlusconi nel 2004, con la Lega al governo. La nuova norma è in vigore dal 2005. Gli ultimi a essere stati chiamati sono stati i ragazzi nati nell'1985.