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Continua lo scontro tra lo scrittore Roberto Saviano ed il ministro degli Interni Matteo Salvini. Saviano ora è indagato dalla procura di Roma per il reato di diffamazione, dopo essere stato denunciato dal leader della Lega. In base a quanto si apprende l'iscrizione viene definita come "atto dovuto".

Nella denuncia contro Saviano, Salvini fa riferimento ad una serie di affermazioni fatte dallo scrittore nelle ultime settimane, che, secondo il leader leghista, sarebbero lesive della sua reputazione e di quella dello stesso Ministero dell'Interno.

Nella querela per diffamazione a mezzo stampa si fa riferimento ad un post pubblicato il 12 giugno scorso, in cui Saviano parlava della questione legata alla sua scorta, ed ad uno post del 22 giugno, in cui per la prima volta lo scrittore definiva il leader leghista "ministro della Malavita" ed aggiungeva "le mafie minacciano. Salvini minaccia".

Nell'atto Salvini sottolinea come la questione abbia avuto un forte impatto mediatico sulla stampa nazionale e straniera ed evidenzia come le dichiarazioni siano «al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica, non potendosi certo parlare di diritto di cronaca, in quanto vi è una gratuita aggressione alla mia persona, infamante ed umiliante, travalicandosi palesemente il legittimo limite del dissenso sulle iniziative amministrative poste in essere dall'istituzione a cui appartengo». Nel provvedimento inoltre si legge ancora "Viene adombrata l'ipotesi da parte del Saviano che gli venga tolta la scorta quale motivo di ritorsione politica e che ciò costituisca una minaccia da parte di chi viene definito ministro della Malavita che userebbe parole da mafioso.

Interpellato dai giornalisti, Salvini ha ribadito che non ritirerà la querela nei confronti di Saviano, affermando: "E' indagato? Mi sembra il minimo. Un conto è la critica, un altro darmi del mafioso"

Intanto continuano a giungere adesioni e sostegno all'appello dello scrittore a "rompere il muro del silenzio" e far sentire il proprio dissenso per far sapere, come dice Saviano "che ciò che accade in questo Paese non ci sta bene".