Sarà una visita veloce, ma incentrata su temi cruciali per la politica europea e i rapporti fra Roma e Berlino, quella programmata oggi dal cancelliere tedesco Olaf Scholz giunto nella capitale italiana per incontrare la premier Giorgia Meloni.
In primo piano soprattutto l’immigrazione, su cui il Cancelliere tedesco sembra disposto al dialogo, anche se nelle dichiarazioni rilasciate prima della partenza, accanto al riconoscimento del difficile ruolo dell’Italia nella gestione migranti e gli arrivi, c’è stato anche un invito alla leader del centro destra a non allinearsi a Viktor Orban. “Non possiamo lasciare l’Italia e gli altri Paesi da soli – ha dichiarato al Corriere della Sera - ma dobbiamo adottare un approccio di solidarietà e responsabilità: è necessaria – ha aggiunto - una distribuzione solidale di responsabilità e competenza fra gli Stati membri e il rispetto degli standard per chi richiede protezione nelle procedure di asilo e di integrazione in Europa”.
Scholz aveva anche assicurato che i rapporti fra Roma e Berlino sono molto stretti e che intende collaborare con Roma, ma rimane il fatto che dall’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi il rapporto si è raffreddato e deve essere, se non ricostruito, perlomeno rattoppato.
Uno dei punti su cui potrebbero essere marcate le distanze sono il controllo del debito e l’attuazione del Pnrr, che vede Roma in difficoltà e in attesa della terza rata. Il Cancelliere ha ribadito come siano imprescindibili “stabilità fiscale, regole chiare e rispettate e un quadro comune trasparente”. “Non si tratta - ha aggiunto - di condurre espressamente singoli Stati in una crisi di austerità”.
E proprio in occasione della visita di Scholz, che vedrà in serata anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un appello a Giorgia Meloni a non dare sponde a Orban giunge dal presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, secondo il quale la destra italiana non può giocare un ruolo di primo piano in Europa se resta al fianco del premier ungherese. “Abbiamo bisogno dell'Europa – ha detto in un’intervista a Repubblica - e l'Europa continua a diffidare di noi”.
Alessandro Martegani