“Siamo determinati sulle nostre posizioni, ma siamo sempre disponibili a discutere con chiunque”. Sono queste le parole di Alessandro Volk, componente del direttivo del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste, in vista dello sciopero annunciato in porto. Volk ha spiegato che se nel caso il Governo scegliesse di posticipare l’obbligo di Green pass, bloccare lo scalo non avrebbe più senso e ci sarebbe del tempo per trovare una soluzione.
Intanto il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, nel corso della riunione con il Comitato per la sicurezza, ha spiegato che “chi parteciperà al blocco del porto ad oltranza indetto dal Coordinamento dei lavoratori portuali compie un reato di interruzione di pubblico servizio”.
Alla notizia del divieto di sciopero il Coordinamento dei portuali ha risposto affermando che il Governo ha lanciato un messaggio interpretabile come “siamo in dittatura e si fa come vogliamo noi”. Inoltre, i rappresentanti di categoria, all’accusa di essere strumentalizzati hanno replicato che tutte le decisioni sono sempre state prese in autonomia e che lo dimostreranno presentandosi di prima mattina al Varco 4 dello scalo, per lottare per i propri diritti, la propria città, la libertà e la costituzione. Secondo il Coordinamento, inoltre, l’astensione dal lavoro non rientrerebbe tra gli scioperi dichiarati illegittimi dalla Commissione di garanzia.
"L'eventuale violazione della legge per l'osservazione dei servizi pubblici essenziali riguarda alcuni settori ma non quello dei portuali e non tutti dell'industria", ha concluso Volk, aggiungendo di aver "aderito anche allo sciopero dei Cobas".
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dopo l’incontro a Palazzo Chigi con Mario Draghi ha dichiarato: "Abbiamo chiesto di rinviare l'applicazione del green pass almeno fino alla fine di ottobre, ma la risposta è stata negativa. Il governo ritiene che sia uno strumento indispensabile".
Preoccupazione anche per quello che faranno gli autotrasportatori, visto che i camionisti provenienti dall’estero possono recarsi in Italia senza il Green pass che viene invece imposto alle imprese italiane. Le aziende potrebbero perciò decidere di fermare i camion. Inoltre, in Friuli-Venezia Giulia non sarà possibile garantire la regolarità del trasporto pubblico locale.
Davide Fifaco