Era partita dal sequestro di 25 mila palloncini in due negozi di Pordenone l’inchiesta che ha consentito alla Guardia di Finanza del Friuli Occidentale di ricostruire l’origine del materiale, utilizzato soprattutto per le feste dei bambini, ma venduto senza la regolare marcatura europea.
I fornitori dei palloncini, di nazionalità cinese, erano titolari di due aziende in provincia di Milano. Nei magazzini delle società sono stati trovati oltre tre milioni di palloncini di ogni taglia, misura e colore, con scritte dedicate a varie feste e ricorrenze, ma con marcatura irregolare, simile a quella prevista dalle normative europee in modo da poter indurre in errore il consumatore sulla regolarità del prodotto.
I palloncini erano conservati all’interno di nove capannoni, ampi oltre 90.000 metri quadrati, stipati con un numero di merci tale da rendere particolarmente complesse agli agenti delle Fiamme Gialle le ricerche dei prodotti.
La marcatura “CE”, assente sul materiale sequestrato attesta che gli articoli sono stati prodotti con materiali e procedimenti conformi alla normativa europea.
I rappresentanti legali delle aziende sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di frode in commercio, previsto dall’art. 515 del Codice Penale.
L’attività eseguita - si legge in una nota delle Fiamme Gialle - conferma l’attenzione del Corpo alla tutela della pubblica salute e della regolare concorrenza tra operatori del settore, troppo spesso falsata dalla massiva immissione in commercio di prodotti scadenti, a basso costo, realizzati con materiali inidonei e, purtuttavia, presentati come pienamente rispettosi delle prescrizioni di sicurezza sulla composizione e sull’uso.
Alessandro Martegani