Potrebbero estendersi anche ad altri agenti della caserma Levante di Piacenza le indagini che la scorsa settimana hanno portato all’arresto di sette carabinieri, accusati di aver creato un gruppo criminale che, sfruttando la divisa, aveva costruito una rete di spaccio di droga, non esitando a eseguire arresti illegittimi per coprire le proprie attività e a conquistare il mercato degli stupefacenti con metodi violenti.
I magistrati stanno interrogando anche i colleghi degli arrestati, per capire se fossero al corrente di una situazione che, fra l’altro, i protagonisti non facevano nulla per nascondere, non esitando a pubblicare sui social immagini con mazzette di denaro e droga, feste a base di champagne in case con piscina, e circolando con macchine costose.
Una situazione d’illegalità diffusa che avrebbe dovuto suscitare qualche sospetto nei colleghi, ma soprattutto nei superiori degli arrestati, che invece sembrava guardassero solo al numero di arresti eseguiti dal gruppo che ruotava attorno all’appuntato Giuseppe Montella, considerato il capo della banda, accusata di reati pesanti come tortura, sequestro di persona, arresto illegale e spaccio di droga.
Il maggiore Stefano Bezzeccheri, che ha comandato la compagnia di Piacenza fino a mercoledì scorso, e a cui è stato notificato un obbligo di dimora, ha assicurato ai magistrati che “nessuno aveva mai fatto una segnalazione”, ma appare difficilmente credibile che una situazione simile non fosse nota agli agenti che lavoravano nella caserma.
Una vicenda che non fa che alimentare la sensazione che non si tratti di casi isolati, e che ci fosse ormai un sistema consolidato, gettando ulteriore discredito sull’Arma. Recuperare il rapporto fra i Carabinieri e la città sarò compito del colonnello Paolo Abrate, nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza: “Il mio obiettivo – ha detto dopo l’insediamento nel nuovo incarico - è quello di guadagnare la fiducia, giorno per giorno”. “Si possono fare grandi dichiarazioni di intenti – ha aggiunto - ma poi è con i fatti che si ottengono le cose”.
Accanto alle indagini non mancano poi le polemiche sulla figura di Emanuele Solari, avvocato dell’appuntato Giuseppe Montella, che accanto alla professione forense coltiva la passione per la politica in formazioni di estrema destra. È stato candidato in più occasioni per Forza Nuova, e sui social sta circolando una sua foto con il basco dei parà della Folgore, in mano un fucile e la dicitura “credere, obbedire, combattere”.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO