Maggioranza in crisi dopo la richiesta di dimissioni avanzata da Luigi Di Maio per il sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri della Lega, indagato per corruzione. Il vicepremier del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: "sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita". Siri ha risposto di sentirsi tranquillissimo e di non volersi dimettere dal governo; la Lega sostiene comunque il proprio sottosegretario e Matteo Salvini ha ribadito di credere nell'innocenza del suo consigliere economico. Intanto il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli ha disposto il ritiro delle deleghe a Siri, mentre il premier Giuseppe Conte ha dichiarato: "non esprimo una valutazione, come premier avverto il dovere e la sensibilità di parlare con il diretto interessato, Armando Siri. Chiederò a lui chiarimenti e all'esito di questo confronto valuteremo".
Ma a gettare ulteriore benzina sul fuoco nei rapporti della maggioranza è stato il caso che vede coinvolta la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che avrebbe fatto pressioni per ottenere la modifica del bilancio Ama. Un documento affidato dall'ex presidente e A.D. della municipalizzata dei rifiuti, Lorenzo Bagnacani, ai magistrati della Procura di Roma, che da tempo indagano sui conti della azienda. Denuncia a cui il manager ha allegato una serie di chat e registrazioni da cui emergerebbero le "richieste" della Raggi. Non solo il Partito Democratico, ma anche la Lega hanno chiesto le dimissioni della sindaca della capitale, richiesta bollata dal M5S come una goffa ripicca per la questione Siri, sottolineando che la sindaca non è neanche indagata. La stessa Raggi ha poi attaccato Salvini dicendo: "se invece di cambiarsi le felpe andasse a lavorare non farebbe danno. Se mi dà la felpa da ministro dell'Interno per un giorno intanto vado a sgomberare CasaPound. È una delle prime cose che potrebbe fare".
Davide Fifaco