“Smart working”: è attualmente uno dei termini più utilizzati, ed è una modalità di lavoro che l’Europa e un po’ tutto il mondo hanno imparato a conoscerete rapidamente.
I più tradizionalisti lo chiamano lavoro da casa, i nostalgici telelavoro, ma termini a parte si tratta di svolgere, attività e mezzi a disposizione permettendo, il proprio impiego dalla propria abitazione.
I mezzi infornatici comunemente diffusi, un computer collegato a internet, meglio se veloce, un telefono e una scrivania, sono ormai sufficienti per quasi tutte le esigenze (videoconferenze, trasmissione di file, e dati, comunicazioni, produzioni di contenuti), ma il vero problema, soprattutto nella fase di lockdown, riguarda la convivenza e gli spazi.
Case e appartamenti si sono trasformati in uffici, con la necessità di condividere le aree di lavoro con i familiari, una situazione che può anche esplodere, o diventare perlomeno dura da reggere, se non si seguono delle regole.
I consigli in rete non mancano, ne è un esempio l’iniziativa di Houzz, una piattaforma online che si occupa di ristrutturazione, e che ha messo a punto cinque regole per ricreare a casa la postazione lavorativa perfetta, sfruttando al meglio l’ambiente.
Se non si ha una stanza a disposizione, è necessario almeno individuare uno spazio, (sottoscala, soffitta, o anche un angolo del salotto o della camera), dove poter predisporre una postazione confortevole, senza piazzarsi nel primo punto libero a caso.
Se lo smart working è solo occasionale, si può pensare a una postazione semplice, dotata del minimo necessario, facile da montare e smontare, senza dimenticare di guardare dove sono piazzate le prese elettriche, di rete e del telefono, per evitare prolunghe e cavi che contribuiscono al senso di disordine.
L’ambiente dovrebbe poi infondere serenità: una buona illuminazione naturale, colori saturi o totale white, e la presenza di piante possono influire positivamente sulla qualità del lavoro.
Si può poi favorire la concentrazione mantenendo la postazione sempre ordinata e tutelando la privacy. Anche una piccola barriera fisica, una delimitazione con un separé, o un tappeto, possono delimitare l’area di lavoro e tener lontane le distrazioni.
Ultima cosa, non per importanza, è la sedia: stare comodi, ma soprattutto seduti in posizione corretta è importantissimo per la schiena e la concentrazione, quindi scegliere una sedia da ufficio adatta e ben progettata è fondamentale.
In generale poi, in questi lunghi giorni di permanenza domestica forzata, è necessario porre delle regole che consentano a ognuno di sentire rispettati propri spazi e i propri orari di lavoro.
Alessandro Martegani