Rating confermato ma outlook negativo: non ci sono stati i temuti scossoni dall'atteso giudizio di Standard & Poor's. L'agenzia di rating, dopo la chiusura settimanale dei mercati, ha confermato il giudizio di tripla B per l'Italia, risultato di un downgrade, una revisione al ribasso, della primavera dell'anno scorso, ma con un outlook, vale dire con una prospettiva finanziaria, negativa.
Nonostante lo scampato pericolo di un ulteriore declassamento, la situazione non è positiva: la tripla B pone i titoli di Stato italiani, a solo lunghezze di distanza dal livello di Junk bond, titoli spazzatura, a rischio estremo, e le prospettive non sono favorevoli.
"Il piano economico del governo rischia di indebolire la performance di crescita dell'Italia" ha spiegato l'agenzia, che ha criticato anche il progetto di modificare il sistema previdenziale, definito "una minaccia ai conti pubblici". Gli analisti americani hanno anche contestato le cifre della manovra: la crescita viene rivista al ribasso, all'1,1 per cento e di conseguenza il deficit, pari al 2,7 per cento, più alto rispetto quello stimato da Roma.
Ora la parola passa i mercati, che da lunedì ricominceranno a scambiare i titoli di stato, incidendo sullo spread e la tenuta dei titoli bancari. Indici che vengono guardati con preoccupazione anche dal governo, per il possibile aumento della spesa per interessi sul debito, ma per ora Lega e 5 Stelle non intendono ritornare sulle proprie decisioni.
"Standard and Poor's non ci ha declassati: - ha detto Luigi di Maio, che nei giorni scorsi era sceso in polemica anche con il presidente della Bce Mario Draghi - questo Governo non arretra, si farà il reddito di cittadinanza, si farà la pensione di cittadinanza, si farà la quota 100 per mandare in pensione le persone".
Tutto un "film già visto" ha commentato invece Matteo Salvini, "In Italia - ha aggiunto - non salteranno né banche né imprese: se qualcuno pensa di speculare sulla pelle dei risparmiatori e degli italiani, sappia che c'è un governo pronto a difendere le sue imprese, le sue banche e la sua economia".