Dopo il ministro Piantedosi, accusato dalle opposizioni e dalle organizzazioni umanitarie di disumanità per aver sottolineato la responsabilità di chi decide di partire e affrontare una traversata nel Mediterraneo nonostante il mare grosso, anche il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini è sotto pressione dopo la strage di Cutro, località della Calabria teatro di un naufragio di una barca carica di migranti che ha provocato 67 vittime.
In particolare le opposizioni puntano il dito sulla catena di comando, che non avrebbe fatto arrivare alla Guardia Costiera, che dipende da Salvini, l’avviso di prendere il mare per soccorre in tempo i migranti. Anche la magistratura sta valutando eventuali responsabilità, ma Salvini si difende: “Solo pensare che il ministro dei Trasporti abbia non solo detto, ma anche solo pensato di non intervenire è un oltraggio – ha detto intervenendo a una iniziativa della Fondazione Luigi Einaudi -. Se uno non è avvisato non interviene, se è avvisato a cose avvenute fa il possibile. Prima della strage nessuno è stato avvisato".
Le critiche dell’opposizione, e le indagini della Procura di Crotone che ha aperto un secondo fascicolo sul naufragio sulle possibili responsabilità per i ritardi nella macchina dei soccorsi, ruotano attorno ai tempi in cui è stato dato l’allarme: è accertato che l’agenzia Europea Frontex aveva avvistato la barca nella notte di sabato a 40 miglia dalla costa calabrese (senza scorgere persone a bordo ma rilevando “una significativa risposta termica” dai portelli aperti, segnale che avrebbero potuto esserci, come poi accertato, persone sotto coperta), e che ha informato le autorità.
Dalle 23:00, ora dell’avvistamento, fino alle quattro del mattino, ora del naufragio a 100 metri dalla costa, non sarebbe però arrivato alcun ordine di prendere il mare alla Guardia Costiera e non è stata attivata la procedura di ricerca e salvataggio Sar. Fa discutere soprattutto la dichiarazione del comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi, che ha confermato che le vedette della Guardia Costiera, “avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8”, smentendo quindi chi definiva i soccorsi impossibili a causa delle condizioni del mare, forza 4 al momento della tragedia.
Il Pd ha presentato un’interpellanza urgente ai ministri dell'Interno, Matteo Piantedosi, dei Trasporti, Matteo Salvini, e dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, chiedendo “come funziona normalmente la catena di comando e perché le autorità italiane, non hanno valutato di classificare l'operazione in atto come operazione Sar, impedendo di fatto l'intervento della Guardia Costiera in tempo utile per salvare la vita dei naufraghi”.
Il Gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, convalidando l’arresto di tre dei presunti scafisti del barcone naufragato, ha aperto l’ordinanza affermando che “in attesa dell’atteso ed osannato turismo crocieristico, l’Italia per alcuni giorni scopre altri esotici viaggi alla volta di Crotone e dintorni": parole amare che sembrano puntare il dito contro chi ha sottovalutato la situazione.
Alessandro Martegani