È finita fra le urla dei familiari delle vittime l'udienza che ha chiuso il processo per la strage sulla A16 Napoli-Canosa dove il 28 luglio del 2013 un bus precipitò dal viadotto Acqualonga, causando la morte di 40 persone.
Fra i 15 imputati, accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni e falso in atto d'ufficio c'erano anche l'amministratore delegato di autostrade Giovanni Castellucci e l'ex condirettore generale della società Riccardo Mollo.
Entrambi sono stati assolti, mentre fra i sette imputati condannati c'è Gennaro Lametta, proprietario del bus, a cui il giudice di Avellino ha comminato una pena a 12 anni di reclusione. ".
La sentenza è arrivata a due anni e quattro mesi dalla prima udienza del 28 settembre 2016, dopo il rinvio a giudizio avvenuto il 9 maggio dello stesso anno: fra le cause del disastro le condizioni del mezzo, ma gli inquirenti hanno preso in considerazione anche la sicurezza del viadotto.
La sentenza è stata accolta dalle proteste dei familiari delle vittime, che invece ritenevano i vertici di autostrade responsabili in parte della strage.
Giuseppe Bruno, presidente del comitato che riunisce le famiglie delle vittime, ha accusato "i poteri forti di mettere a tacere la verità e la giustizia".

Alessandro Martegani

Foto: Radio Capodistria/BoBo
Foto: Radio Capodistria/BoBo