Crisi ucraina, mercato dell’energia e immigrazione. Sono i tre punti su cui Giorgia Meloni ha incentrato l’intervento in Parlamento in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì.
L’intervento è iniziato con 20 minuti di ritardo, suscitando le critiche dell’opposizione che lamentava scarso rispetto da parte della premier: “È per il traffico – ha replicato al premier -, non ho detto che è colpa di Gualtieri – ha aggiunto parlando del sindaco di Roma di centro sinistra - poi ognuno trarrà le sue conclusioni”.
Meloni è partita proprio dalla situazione in Ucraina, confermando il sostegno militare a Kiev e le sanzioni a Mosca: “Non dobbiamo consentire – ha detto - che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l'Europa, come già sta facendo con il gas e il petrolio”. Al momento però gli spazi di trattativa sono molto limitati, “ma l'Italia appoggerà in ogni caso gli sforzi in proposito”. Le tesi di chi dice che “la soluzione per la pace è fermarsi”, ha aggiunto, sono “solo propaganda”.
Riguardo la crisi energetica Meloni ha detto che l’Italia “è pronta a fare tutto quello che c'è da fare per fermare la speculazioni”, ma, ha aggiunto, “gli unici interventi davvero efficaci e risolutivi devono arrivare dall'Ue”, che “è in ritardo su una situazione epocale”. Da Bruxelles, ha aggiunto, Roma si aspetta “uno sforzo per difendere il potere d'acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese”.
Non è mancato un passaggio sull’immigrazione, uno dei punti critici fra Roma e partner europei come la Francia, e su cui l’Europa, ha detto, deve “passare dal dibattito sulla redistribuzione a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell'Unione europea”.
Alessandro Martegani