Dopo d'entusiasmo della maggioranza, le fibrillazioni delle borse e i dubbi dell'Europa, anche nel paese cominciano a giungere le prime frenate sull'intenzione dichiarata da Lega e 5 Stelle di portare il deficit al 2,4 contro l'1,6 concordato per realizzare le promesse elettorali.
L'intervento più autorevole è quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricordato come "La Costituzione italiana dispone che occorre assicurare l'equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico: questo - ha aggiunto - per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci".
Il Quirinale dunque non intende mettere a rischio la stabilità finanziaria del paese, e per ora sembra guardare più alle risposte di marcati e a richiami dell'Europa, piuttosto che alle rassicurazioni di Lega e 5 Stelle, che ricordano come accanto alla spesa per reddito di cittadinanza, forse la misura più attesa dall'elettorato dei 5 Stelle, e riforma delle pensioni, ci sia anche una quota d'investimenti.
"La Costituzione - ha detto il ministro dell'Interno Salvini - non impedisce di cambiare la legge Fornero, di ridurre le tasse, di aumentare le pensioni di invalidità, di assumere migliaia di poliziotti, carabinieri e pompieri, di aiutare i giovani a trovare un lavoro, e se e a Bruxelles mi dicono che non lo posso fare - ha aggiunto - me ne frego e lo faccio lo stesso".
IL ministro dell'economia Tria, che a aveva cercato fino all'ultimo di contenere il ricorso al deficit, ha precisato che la nota di aggiornamento al Def punta a una crescita dell'1,6 per cento nel 2019 e all'1,7 nel 2020, e prevede una discesa del peso del debito di un punto all'anno per i prossimi tre anni, una quota maggiore - ha detto - di quella realizzata negli ultimi anni.