"Dopo due trimestri che avevano fatto presagire i rischi di recessione, l'economia italiana mostra i primi, timidi, segnali di ripresa”.
A dirlo è l'Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo indipendente che svolge una funzione di vigilanza sulla finanza pubblica: nel primo trimestre 2019 ci sarebbe stata “una variazione congiunturale del Pil dello 0,1 per cento". Anche nel secondo, ha aggiunto in una nota, sono previsti “ritmi congiunturali analoghi” ma “con margini d'incertezza più elevati”, con ulteriori rischi di “volatilità dei rendimenti sui titoli del debito pubblico".
Un dato non negativo, ma che rappresenta in ogni caso una goccia nel mare rispetto ai problemi del paese: la crescita all’1,5 per cento stimata dal governo, è ormai meno che un’illusione, e anche il recente documento di economia e finanza ha certificato le difficoltà, innescando un confronto nella maggioranza per reperire le risorse necessarie a finanziare i provvedimenti previsti dal programma.
Per realizzare misure come quota 100 e reddito di cittadinanza, evitando un aumento dell’Iva, sarebbero necessari quasi 650 miliardi, una cifra irraggiungibile senza tagli alla spesa.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha chiesto al governo sostanzialmente di scegliere far la Flat tax o un aumento dell’Iva, peraltro già preso in considerazione del def.
Per ora i mercati e lo spread sono sotto controllo ma l’incertezza potrebbe rapidamente costare molto cara al paese e l’Italia dovrà anche fare i conti con l’Europa: il commissario Ue per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici ha sottolineato come “L'Italia stia soffrendo una situazione di stagnazione se non di recessione” e sia “una fonte di incertezza per tutta l'Eurozona”. “Prenderemo le nostre decisioni sull'Italia - ha aggiunto - sulla base delle nostre stime”.
Alessandro Martegani