Sono giorni di tensione per il Centro per la Cooperazione Internazionale, istituzione culturale di Trento che rappresenta un punto di riflessione e formazione sulle trasformazioni e le evoluzioni politiche nell’Europa orientale, e sui temi della cooperazione internazionale, degli affari europei, della pace e dei diritti umani.
Il centro, che attualmente impiega 40 persone in due unità operative, Competenze per la Società Globale e l’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, sta assistendo a un progressivo taglio dei finanziamenti da parte della Provincia Autonoma di Trento, attualmente a guida leghista, socio fondatore e principale finanziatore.
Il problema era sorto alla fine di luglio, quando la provincia di Trento ha comunicato al Centro per la cooperazione internazionale un taglio di 300 mila euro su un totale previsto per il 2019 di un milione e 300 mila, e una previsione a scalare: 750mila euro nel 2020, 500mila nel 2021. Poco dopo 5 dipendenti della Provincia, in distacco da anni al centro, sono stati fatti rientrare.
I tagli renderebbero impossibile mantenere l’attuale livello di occupazione e si prospetta una riduzione di 12 posti di lavoro sui 40 attualmente occupati nel centro.
Nonostante le rassicurazioni della giunta provinciale, che ha sottolineato come i fondi siano limitati e invitato la dirigenza a verificare se ci siano altre fonti di finanziamento per mantenersi, queste condizioni non consentono di mantenere lo stesso livello di attività.
In effetti dopo l’annuncio ci sarebbe stato l’interessamento di categorie e di singoli imprenditori per finanziare un progetto di lungo periodo per lo sviluppo del centro, ma la decisione della Provincia ha spinto il presidente, Mario Raffaelli, a rassegnare le dimissioni, usando parole durissime nei confronti della giunta provinciale e del presidente Maurizio Fugatti, accusati di volere in realtà la chiusura dell’Istituto.
Anche il Sindacato giornalisti e la Uiltucs hanno espresso “profonda preoccupazione per gli annunciati licenziamenti al Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento, nel quale lavorano anche quattro giornalisti dell'Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa”. Solidarietà è stata espressa dalle forze di opposizione, e lo stesso Corrado Bungaro, assessore del Comune di Trento, ha fatto appello ai soci del centro “perché ci sia una reazione”.
Alessandro Martegani