Dai dati diffusi dall''Istituto nazionale di statistica italiano (ISTAT), nei primi tre trimestri del 2020 il Movimento turistico nel Belpaese ha visto precipitare i propri profitti. Più in generale la pandemia ha frenato il turismo in tutto il mondo; nei primi 8 mesi di quest'anno le notti trascorse nelle strutture ricettive in Unione europea sono state, secondo le stime dell'Eurostat, circa 1,1 miliardi, un calo di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In Italia i dati dei primi nove mesi forniti dall'Istat si allineano con quelli del resto d'Europa. Sono 192 milioni le presenze in meno, pari ad un -50,9%. Il comparto alberghiero è quello che ha subito le perdite maggiori, con meno della metà (46%) delle presenze registrate rispetto al 2019. Ancora peggio per il settore extra-alberghiero dove il calo di presenze ha toccato il 54,4%.
Enorme, inoltre, il decremento di presenze di turisti stranieri: questo dato parla di un 68,6% in meno, tenendo conto che nel 2019 sono stati 190 milioni i visitatori provenienti da tutto il mondo. A subire maggiormente questa situazione le grandi città d'arte, dove il crollo delle presenze è pari al 73,2%. Drastica anche la riduzione dei viaggi degli italiani per motivi di lavoro (-59%). Diminuiti, anche se in maniera inferiore (-23%), infine, i viaggi per vacanze. Non salverà la terribile annata nemmeno il turismo montano invernale, che nelle ultime annate era arrivato a superare i 10 miliardi di euro. La previsione è di una perdita del 70,2% del fatturato. Da una ricerca condotta da Jfc risulta che "le stime aggiornate a fine novembre segnano dati in assoluto campo negativo con un bilancio previsionale di fine stagione stimato, purtroppo, in soli 3 miliardi 100 milioni rispetto ai 10 miliardi 409 milioni di fatturato complessivo della stagione invernale 2018/2019, l'ultima non 'investita' dalla pandemia e ai 10 miliardi 922 milioni del 2017/2018".
Davide Fifaco