
L’inserimento del principio della tutela degli animali nella Costituzione non sembra per ora aver portato a molti risultati nella legislazione italiana. È l’organizzazione ambientalista Legambiente a tracciare un bilancio non positivo, a tre anni dalla modifica della legge fondamentale che ha inserito esplicitamente i diritti e la tutela degli animali.
Una modifica del 2002 infatti, assegna alla Repubblica il compito di tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi (anche nell’interesse delle future generazioni) e prevede che la legge dello Stato disciplini i modi e le forme di tutela degli animali, con una normativa applicabile alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

“A tre anni dall’inserimento del principio della tutela degli animali nella Costituzione – dice Legambiente - solo il 20,5 per cento delle norme è in linea con la riforma del 2022”. “Su 617 atti legislativi definitivamente approvati da metà febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, sono 91, appena il 14,75 per cento, quelli in cui si parla di animali”, e di questi solo due su dieci hanno dato seguito al principio costituzionale.
Legambiente, che ha analizzato le banche dati della Camera dei deputati e del Senato, sottolinea che il 67,12 per cento degli atti non ha tenuto conto di questa modifica costituzionale, mentre il 12,33 per cento è andato addirittura contro la norma, peggiorando la tutela per gli animali. Solo nel 20,55 per cento dei casi è stata rispettata la Costituzione. L’attenzione maggiore del legislatore, inoltre, si concentra sugli animali d’affezione, trascurando gli animali selvatici, più esposti al bracconaggio.
Legambiente invita quindi il Governo e il Parlamento italiani al rispetto del principio costituzionale in fatto di tutela degli animali, “superando – afferma - i ritardi accumulati in questi tre anni e sbloccando l’iter delle diverse proposte di legge migliorative in stallo alla Camera e al Senato”.
In particolare, vengono indicate tre azioni prioritarie: “Lo stop al bracconaggio con l’inserimento nel Codice penale del delitto di bracconaggio, con pene da tre a sei anni; cure veterinarie accessibili a tutti; la creazione di un’etichetta “Cage Free” per i prodotti di origine animale che indichi gli allevatori che investono in pratiche più rispettose del benessere degli animali.
Alessandro Martegani