Investimenti in ricerca e sviluppo, ma conferma dello stop produttivo a Trieste. Il gruppo Wärtsilä ha presentato al ministero delle Imprese e del made in Italy, ai sindacati e alle parti sociali il piano industriale 2023-2025 con cui destinerà circa 50 milioni di euro alla ricerca e sviluppo in Italia su motori a 2 e 4 tempi, da riconvertire, in modalità green, con combustibili a metanolo, ammoniaca e idrogeno, candidandosi a svolgere un ruolo positivo nel processo di decarbonizzazione nei settori di riferimento. 50 milioni di euro in tre anni con 50 nuove assunzioni.
La dirigenza della Wärtsilä si è presa questo impegno per tutte le sedi del gruppo in Italia, compresa quella di Trieste, nell'incontro svoltosi a Roma. La sede di Bagnoli della Rosandra, comunque, sarà interessata relativamente alla parte dell'attività che verrà mantenuta, incentrata su services, e ricerca e sviluppo.
Le nuove risorse e assunzioni in parte riguarderanno anche il capoluogo giuliano, ma non ridimensioneranno gli esuberi sul fronte della produzione. Per ora non ci sono certezze sul futuro di chi lavora in produzione ed è coinvolto nel piano di chiusura deciso dal gruppo finlandese.
Per quanto riguarda il subentro a Bagnoli è stato confermato che sono quattro le proposte concrete che il Governo sta esaminando.
L'azienda ha inoltre spiegato che i dati su investimenti e assunzioni sono stime preliminari e saranno soggetti alle condizioni di mercato. È invece una certezza che la decarbonizzazione nei settori globali marine ed energy sta accelerando, in un processo evolutivo senza precedenti, guidato dal quadro normativo e dalla domanda di trasporti più ecologici.
Wärtsilä, durante l'incontro, ha spiegato che una parte "rilevante del piano riguarda il progetto di sviluppo legato ai motori al metanolo ed ai test per la conversione dei motori a due tempi, di cui Trieste diventerà l'unico hub centrale. Il nuovo motore da laboratorio arriverà a Trieste in febbraio e le attività impiegheranno mesi di lavoro".
Alla riunione al ministero Wärtsilä Italia ha confermato il proprio impegno a supportare la reindustrializzazione per individuare una soluzione industriale che mantenga i livelli occupazionali per le persone giudicate in esubero a causa della chiusura della produzione a Trieste.
Davide Fifaco