E’ in crescita la domanda?
"Assolutamente si. Nonostante io abbia lavorato in Inghilterra, devo dire che è in crescita anche in Italia. Purtroppo sono in crescita anche i tatuatori che lavorano in casa, che combina schifezze, che poi noi siamo costretti a sistemare. O comunque rovinando ragazzini, che per 40€ si fanno fare una schifezza. Senza considerare le norme igieniche e tutto quanto viene dietro il lavoro del tatuatore".
Ti è mai capitato di dissuadere qualcuno dal tatuarsi?
"Assolutamente si. Nel mio negozio non tatuiamo persone al di sotto dei 18 anni. E comunque non tatuiamo mani, faccia e collo. Bisogna guadagnarseli: se si vuol far parte di questo mondo, bisogna partire da cose nascoste per poi andare avanti. Noi non roviniamo nessuno, con un tatuaggio che può precludere un lavoro in un futuro".
Ci sono persone che si pentono di un tatuaggio?
"Assolutamente si. Ci sono persone che hanno il nome della fidanzata o del migliore amico, con litigano per cui li vogliono togliere. Di solito evitiamo i nomi, cerchiamo di dissuadere le persone a farlo. Il corpo è tuo, non appartiene a nessun altro che non sei tu, i tuoi figli, i tuoi genitori o la tua famiglia. La fidanzatina teniamola nel cuore, al nostro fianco, piuttosto che sulla pelle".